Linfomi: che cosa sono, quali sono, fattori di rischio e cure

Linfomi: che cosa sono, quali sono, fattori di rischio e cure | Centro Politerapico Polidiagnostico Monza

I linfomi sono una categoria di neoplasie che coinvolgono il sistema linfatico, un componente vitale del sistema immunitario. Di seguito esploreremo cosa e quali sono, i fattori di rischio associati, le opzioni di trattamento disponibili, e l’importanza della visita ematologica come primo passo verso la diagnosi e il trattamento.

Cosa sono i linfomi

I linfomi derivano da alterazioni delle cellule del sistema linfatico, che è composto dai linfonodi, le tonsille, la milza, e i tessuti linfoidi. Questo sistema svolge un ruolo cruciale nella difesa del corpo contro le infezioni. Quando le cellule linfatiche subiscono mutazioni, possono iniziare a crescere in modo incontrollato, dando origine ai linfomi.

Il loro processo di sviluppo coinvolge la trasformazione di cellule linfatiche sane in cellule cancerose. Questo processo può avvenire lentamente nel corso di anni o essere più rapido. Comprendere le fasi di sviluppo è essenziale per affrontare la malattia in modo efficace.

Tipologie

I linfomi sono un insieme eterogeneo di neoplasie che possono colpire il sistema linfatico, ciascuno con caratteristiche distintive che influenzano la diagnosi e il trattamento. Due categorie principali comprendono le tipologie di Hodgkin e di non Hodgkin.

  • Linfomi di Hodgkin (LH)

I LH sono caratterizzati dalla presenza di cellule di Reed-Sternberg, grandi cellule cancerose distintive. Questi linfomi coinvolgono tipicamente un unico gruppo di linfonodi e possono presentare sintomi come febbre, sudorazioni notturne e perdita di peso. Tra i sottotipi di LH ci sono il classico LH e il linfoma nodulare a cellule stromali.

  • Linfomi di non Hodgkin (LNH)

Questa categoria include un’ampia varietà di condizioni che differiscono nelle caratteristiche cellulari, nelle manifestazioni cliniche e nelle risposte al trattamento. Alcuni esempi di LNH includono il linfoma diffuso a grandi cellule B, il linfoma follicolare, il linfoma mantellare e il linfoma del manto. La classificazione dei LNH si basa sulla morfologia, l’immunofenotipo e i marcatori genetici.

  • Linfomi a cellule T e NK

I linfomi a cellule T coinvolgono le cellule T del sistema immunitario. Possono variare dalla forma aggressiva a quella indolente. Il linfoma anaplastico a grandi cellule è un esempio di linfoma a cellule T. I linfomi a cellule natural killer (NK) coinvolgono le cellule NK e possono essere aggressivi.

  • Linfoma del Sistema Nervoso Centrale (SNC)

Alcuni linfomi possono colpire il sistema nervoso centrale, causando sintomi neurologici. Il linfoma del sistema nervoso centrale può verificarsi in associazione con un altro linfoma o come entità indipendente.

  • Linfoma a cellule del mantello

Questo linfoma è caratterizzato da una crescita rapida e coinvolge principalmente i linfonodi, la milza e il midollo osseo. La presenza di una traslocazione genetica specifica è tipica di questo sottotipo.

Fattori di rischio

L’insorgenza dei linfomi è influenzata da una serie di fattori di rischio, i quali, se compresi in profondità, possono contribuire a una migliore prevenzione e gestione della malattia.  

La presenza di una storia familiare di linfomi può innanzitutto aumentare il rischio di sviluppare la malattia: mutazioni genetiche ereditarie, se presenti, possono predisporre gli individui a una maggiore suscettibilità. L’incidenza dei linfomi aumenta con l’età, e alcuni sottotipi sono più comuni in uomini rispetto alle donne. Ad esempio, il linfoma di Hodgkin è più frequente nei giovani adulti, mentre il linfoma follicolare colpisce spesso persone di età più avanzata.

Alcune tipologia di linfoma sono associate a infezioni virali, come l’Epstein-Barr virus (EBV) nei linfomi di Hodgkin e T-cellulari, e il virus dell’immunodeficienza umana (HIV) che aumenta il rischio di linfoma a cellule B. E anche l’esposizione a certe sostanze chimiche, come pesticidi, solventi e agenti chimici, può contribuire al rischio di sviluppare un linfoma. L’interazione con agenti tossici può innescare mutazioni cellulari.

Individui che assumono farmaci immunodepressivi a lungo termine, ad esempio dopo un trapianto di organi, sono più suscettibili ai linfomi. Questi farmaci compromettono il sistema immunitario, favorendo lo sviluppo di cellule cancerose. E anche persone affette da malattie autoimmuni, come la sindrome di Sjögren o la lupus eritematoso sistemico, possono avere un rischio leggermente aumentato di sviluppare linfomi.

Opzioni di trattamento

Il trattamento dei linfomi dipende dal tipo specifico e dalla fase della malattia. Le opzioni terapeutiche includono chemioterapia, radioterapia, immunoterapia e trapianto di cellule staminali. L’approccio personalizzato è fondamentale per massimizzare l’efficacia del trattamento e minimizzare gli effetti collaterali.

Importanza della visita ematologica

La visita ematologica gioca un ruolo fondamentale nella diagnosi precoce e nel piano di trattamento di un linfoma. Gli ematologi, specialisti del sangue, utilizzano esami del sangue, biopsie linfonodali e altre indagini per confermare la presenza di linfoma e determinarne il tipo specifico. 

Presso il Centro Politerapico Polidiagnostico di Monza disponiamo di un’equipe altamente qualificata per la diagnosi preventiva, e in grado di accompagnarvi per tutto il percorso terapeutico.

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Fibromialgia: che cos’è e perché è difficile diagnosticarla

Fibromialgia: che cos’è e perché è difficile diagnosticarla | Centro Politerapico Polidiagnostico Monza

La fibromialgia è una condizione medica complessa e spesso misconosciuta che colpisce milioni di persone in tutto il mondo. Nonostante colpisca una percentuale significativa della popolazione, viene spesso ignorata o mal compresa nel mondo della medicina.

Cos’è la fibromialgia

La fibromialgia è una sindrome dolorosa cronica che va oltre il semplice disagio fisico. Si manifesta attraverso un dolore diffuso in tutto il corpo, coinvolgendo muscoli, tendini e legamenti.

Oltre al dolore fisico, la fibromialgia si accompagna spesso a una stanchezza persistente che non migliora con il riposo. Questa fatica può influire negativamente sulle attività quotidiane, compromettendo la qualità della vita. Inoltre, molti individui sperimentano disturbi del sonno, come l’insonnia o un sonno non ristoratore, contribuendo ulteriormente al ciclo debilitante della malattia.

La “nebbia cerebrale” è un altro aspetto significativo della fibromialgia. Questo termine indica difficoltà cognitive, come problemi di concentrazione, perdita di memoria a breve termine e difficoltà a eseguire attività mentali complesse. Questi sintomi possono avere un impatto significativo sulle capacità lavorative e sociali delle persone colpite.

Inoltre, la fibromialgia è spesso associata a sintomi collaterali, come mal di testa, sindrome dell’intestino irritabile (IBS) e sensibilità a stimoli esterni come suoni e luci intense.

I punti di dolore

La fibromialgia è spesso identificata attraverso la presenza di punti di dolore specifici nel corpo. Tuttavia, anche questa mappa dei punti dolenti può variare da persona a persona. La soggettività dei sintomi complica ulteriormente il quadro, poiché ciò che può essere doloroso per una persona potrebbe non esserlo per un’altra.

Difficoltà di diagnosi

Una delle sfide principali associate alla fibromialgia è la sua diagnosi. A differenza di molte altre condizioni mediche, non esiste un test specifico per confermare la presenza della fibromialgia. I sintomi possono essere vari, complessi, e simili ad altre patologie, rendendo la diagnosi un processo estremamente difficoltoso.

Nonostante quindi il numero crescente di individui che vivono con questa condizione, la fibromialgia rimane in gran parte ignorata dalla comunità medica. La mancanza di consapevolezza può portare a ritardi nella diagnosi e alla gestione inadeguata della condizione.

Impatto psicologico

La fibromialgia non influisce solo sul corpo fisico, ma può anche avere gravi implicazioni per la salute mentale. La lotta quotidiana con il dolore cronico e la mancanza di comprensione da parte degli altri può portare a ansia, depressione e isolamento sociale.

Per migliorare la qualità di vita di coloro che ne soffrono, è essenziale aumentare la consapevolezza e promuovere la ricerca su questa condizione complessa.

Visita reumatologica

Se si sospetta di soffrire di fibromialgia e si vuole ottenere una prima diagnosi, la prima visita specialistica consigliata è da un reumatologo. Pur essendo una condizione difficile da diagnosticare, presso il Centro Politerapico Polidiagnostico di Monza disponiamo di uno staff esperto e alta tecnologia per affrontare le sfide legate a questa complessa condizione, assicurando una valutazione approfondita della storia clinica e dei sintomi del paziente. La collaborazione con specialisti di diverse discipline all’interno del nostro centro ci consente di fornire un approccio multidisciplinare per gestire la patologia in modo completo.

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Giornata Mondiale della Vista: quali sono i disturbi più comuni

Giornata Mondiale della Vista: quali sono i disturbi più comuni | Centro Politerapico Polidiagnostico Monza

Il 12 ottobre 2023 è la Giornata Mondiale della Vista, un’importante occasione per sensibilizzare l’opinione pubblica sui disturbi visivi e promuovere la prevenzione. Di seguito introduciamo quindi i disturbi tipici legati alla vista, per i quali è essenziale prevedere un controllo preventivo periodico.

Disturbi oculari comuni

  • Miopia, ipermetropia e astigmatismo

La maggior parte delle persone è familiare con questi disturbi, che influenzano la capacità dell’occhio di focalizzare chiaramente gli oggetti. La correzione precoce è fondamentale per evitare complicazioni a lungo termine.

Miopia: Le persone miopi vedono chiaramente gli oggetti vicini ma sfocati quelli lontani. Questo è dovuto a un’immagine che si forma davanti alla retina anziché su di essa. La miopia è spesso ereditaria, ma l’uso eccessivo degli schermi digitali può influire sulla sua progressione. La correzione può avvenire con occhiali, lenti a contatto o chirurgia refrattiva.

Ipermetropia: Al contrario della miopia, l’ipermetropia si verifica quando l’immagine si forma dietro la retina. Ciò rende difficile vedere chiaramente gli oggetti vicini, mentre quelli lontani sono più nitidi. L’ipermetropia è comune nei bambini e può diminuire con l’invecchiamento. Gli occhiali o le lenti a contatto aiutano a correggere questo disturbo.

Astigmatismo: Questo disturbo è causato da una forma irregolare della cornea o della lente all’interno dell’occhio, che provoca una visione distorta degli oggetti a tutte le distanze. Gli occhiali o le lenti a contatto cilindriche sono spesso utilizzati per correggere l’astigmatismo.

  • Glaucoma

Il glaucoma è una malattia oculare caratterizzata da danni al nervo ottico, spesso associata a pressione intraoculare elevata. Ciò può portare a una perdita progressiva della visione periferica, spesso senza sintomi evidenti nelle fasi iniziali. Il glaucoma è una delle principali cause di cecità evitabile. Il trattamento mira a ridurre la pressione intraoculare attraverso farmaci, chirurgia o trattamenti laser.

  • Degenerazione maculare

La degenerazione maculare legata all’età (AMD) è una condizione che colpisce la macula, la parte della retina responsabile della visione centrale e dettagliata. Ci sono due tipi principali: la forma secca e la forma umida. La forma secca progredisce lentamente, mentre la forma umida può causare perdita rapida della vista. Una dieta ricca di antiossidanti, integratori vitaminici e trattamenti intravitreali sono opzioni di gestione.

 

Importanza della prevenzione

  • Esami oculistici regolari

Sottoporsi a esami oculistici regolari è essenziale per identificare tempestivamente eventuali problemi visivi. La prevenzione è più efficace quando accompagnata da controlli periodici.

  • Stile di vita salutare

Una dieta ricca di nutrienti come la vitamina A, C ed E, insieme a una corretta idratazione, può contribuire a mantenere la salute degli occhi. Ridurre l’esposizione prolungata agli schermi digitali è anch’essa parte di uno stile di vita oculare sano.

  • Protezione solare

Indossare occhiali da sole di buona qualità può proteggere gli occhi dai danni causati dai raggi UV. Questo è particolarmente importante per prevenire cataratta e degenerazione maculare.

 

Giornata Mondiale della Vista: visita oculistica

Vedi anche: Controllo della vista: come funziona e perché è importante farlo

In occasione della Giornata Mondiale della Vista, incoraggiamo tutti a prendersi cura della propria salute oculare con una visita oculistica. Un piccolo passo oggi può garantire uno sguardo luminoso per il futuro.

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Macchie della pelle: cosa sono e quali sono i fattori di rischio

Macchie della pelle: cosa sono e quali sono i fattori di rischio | Centro Politerapico Polidiagnostico Monza

Le macchie della pelle sono una condizione comune che può interessare persone di tutte le età. A causa di vari fattori, infatti, la pelle può manifestare cambiamenti visibili sotto forma di macchie cutanee, ognuna con la sua causa specifica.

Queste macchie possono apparire innocue, ma talvolta possono essere indicative di condizioni più gravi, ed è quindi fondamentale capire cosa sono, quali rischi potrebbero comportare e come proteggere la tua pelle da potenziali complicazioni.

 

Cos’è una macchia della pelle

Le macchie della pelle sono cambiamenti visibili nella tonalità o nella texture della pelle. Possono manifestarsi in vari modi, tra cui lentiggini, melasma, macchie solari e altre. Queste macchie possono essere causate da diversi fattori, tra cui l’esposizione al sole, l’invecchiamento e condizioni della pelle.

 

Rischi delle macchie della pelle

Mentre molte macchie cutanee sono innocue e non rappresentano motivo di preoccupazione, è fondamentale essere consapevoli dei potenziali rischi associate a certe tipologie di macchie della pelle. Ecco alcuni aspetti da tenere in considerazione:

  • Rischio di cancro della pelle

Una delle principali preoccupazioni legate è il rischio di sviluppare il cancro della pelle, tra cui il carcinoma basocellulare, il carcinoma spinocellulare e il melanoma. Queste forme di cancro possono insorgere da lentiggini o nevi che cambiano forma, colore o dimensione. È fondamentale riconoscere i segni di allarme, come il cambiamento nella simmetria, i bordi irregolari, il colore non uniforme o il diametro superiore a 6 millimetri, e consultare immediatamente un dermatologo in caso di sospetto.

  • Impatto sull’estetica

Le macchie della pelle, anche se non cancerogene, possono avere un impatto sull’estetica e sulla fiducia in se stessi. Questo è particolarmente vero quando le macchie sono visibili in aree del corpo esposte al pubblico, come il viso o le mani. La consapevolezza di questo aspetto può influire sulla qualità della vita e sull’autostima delle persone colpite.

  • Possibili discomfort fisici

Alcune macchie della pelle possono essere accompagnate da discomfort fisici, come prurito, bruciore o irritazione. Questi sintomi possono essere fastidiosi e influire sulla qualità del sonno e sulla comodità quotidiana.

  • Difficoltà nella diagnosi precoce

Alcune macchie cutanee, come il melanoma, possono essere asintomatiche e non causare disagi fisici evidenti. Questo rende la diagnosi precoce ancora più critica, poiché alcune forme di cancro della pelle possono progredire rapidamente se non trattate tempestivamente.

 

Fattori di rischio

Le macchie della pelle possono verificarsi in qualsiasi momento della vita e possono colpire individui di tutte le età, ma ci sono alcuni fattori di rischio noti che possono aumentare la probabilità di svilupparle. Ecco un’analisi approfondita dei principali fattori di rischio:

  • Esposizione al sole

L’esposizione eccessiva ai raggi ultravioletti (UV) del sole è uno dei principali fattori di rischio per lo sviluppo di macchie della pelle. Le persone che trascorrono molto tempo all’aperto senza adeguata protezione solare sono più suscettibili alle macchie solari, al melasma e al danneggiamento cutaneo causato dal sole.

  • Predisposizione genetica

La genetica può svolgere un ruolo significativo nella suscettibilità alle macchie della pelle. Se hai familiari con una storia di macchie cutanee o cancro della pelle, potresti essere a maggior rischio.

  • Invecchiamento

Con l’invecchiamento, la pelle subisce cambiamenti naturali che possono aumentare la probabilità di sviluppare macchie cutanee. Questi cambiamenti includono una diminuzione della produzione di melanina, che protegge la pelle dai danni del sole, e una maggiore esposizione accumulata ai raggi UV nel corso degli anni.

  • Fototipo cutaneo

Il tuo tipo di pelle può influire sulla suscettibilità alle macchie. Le persone con fototipi cutanei più chiari sono generalmente più vulnerabili ai danni causati dal sole, mentre quelle con fototipi più scuri possono sviluppare più facilmente il melasma.

  • Uso di lettini abbronzanti

L’utilizzo di lettini abbronzanti o lampade UV artificiali può aumentare il rischio di danni cutanei, comprese le macchie della pelle. Questi dispositivi emettono raggi UV nocivi che possono danneggiare la pelle nel tempo.

  • Altre condizioni cutanee

Alcune condizioni cutanee preesistenti, come la cheratosi attinica (lesioni precancerose) e la dermatite seborroica, possono aumentare la probabilità di sviluppare macchie cutanee.

 

Quando consultare un dermatologo

La consulenza di un dermatologo è essenziale per valutare qualsiasi cambiamento sulla pelle. Cercare quindi il parere di un dermatologo è sempre consigliato per diagnosticare e gestire le macchie della pelle per tempo, e per togliersi ogni dubbio sulla propria salute. Presso il nostro centro disponiamo di specialisti qualificati e siamo attrezzati anche per eseguire terapie laser per la rimozione di nei e macchie della pelle.

 

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Gambe gonfie con il caldo, cosa fare? I consigli del fisioterapista

Gambe gonfie con il caldo, cosa fare? I consigli del fisioterapista | Centro Politerapico Polidiagnostico Monza

Con l’arrivo delle calde giornate estive, molte persone possono sperimentare il fastidioso problema delle gambe gonfie. Questo fenomeno è spesso correlato all’affaticamento del sistema venoso, che può essere causato da diverse ragioni. Fortunatamente, ci sono consigli e rimedi che consentono di alleviare il disagio e migliorare la salute delle gambe.

Vediamo allora quali sono le cause delle gambe gonfie con il caldo e scopriremo come affrontare il problema con l’assistenza professionale di un fisioterapista.

Perché le gambe si gonfiano

Con il clima caldo, il nostro corpo tende a trattenere più liquidi, aumentando la pressione all’interno dei vasi sanguigni. Questo aumento della pressione può essere particolarmente evidente nelle gambe, poiché le vene sono responsabili di trasportare il sangue verso il cuore contro la forza di gravità.

Se il sistema venoso è affaticato o indebolito, il sangue può accumularsi nelle gambe, causando gonfiore ed edema.

Fare attività fisica

Il primo consiglio è quello di mantenere uno stile di vita attivo per migliorare la circolazione sanguigna nelle gambe. L’esercizio fisico regolare può aiutare a stimolare il flusso di sangue verso il cuore e ridurre il ristagno nelle vene. Attività come camminare, nuotare o praticare yoga possono essere particolarmente utili per migliorare la salute delle gambe e ridurre il gonfiore.

Alleviare la pressione con il movimento

Il fisioterapista può consigliare alcune tecniche di movimento che aiutano ad alleviare la pressione nelle gambe. Ad esempio, sollevare le gambe durante i momenti di riposo o mentre si dorme può favorire il ritorno del sangue al cuore e ridurre il gonfiore. Anche il movimento regolare delle caviglie e delle ginocchia mentre si è seduti o in piedi può aiutare a stimolare la circolazione.

Indossare indumenti a compressione

L’uso di indumenti a compressione, come calze o calzini specifici, può essere raccomandato dal fisioterapista per migliorare il flusso sanguigno nelle gambe gonfie. Questi indumenti applicano una pressione graduata sulle gambe, aiutando le vene a spingere il sangue verso l’alto e riducendo così il rischio di gonfiore e affaticamento del sistema venoso.

Gambe gonfie: evitare il caldo eccessivo

Mantenersi idratati e stare al fresco durante le giornate calde è essenziale per prevenire il peggioramento del gonfiore alle gambe: il fattore disidratazione è in particolare da tenere sotto controllo per le persone anziane, che con il caldo devono imparare a difendersi dai malesseri stagionali. Il fisioterapista può consigliare di evitare il caldo eccessivo, soprattutto nelle ore più calde della giornata, e cercare di rimanere in ambienti ben ventilati.

Massaggio terapeutico

Un altro utile consiglio del fisioterapista per le gambe gonfie è il massaggio terapeutico. Un massaggio mirato alle gambe può aiutare a stimolare la circolazione sanguigna, ridurre la tensione muscolare e alleviare il gonfiore. Questa tecnica può essere particolarmente benefica quando eseguita da un professionista esperto in terapia manuale.

 

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Anziani e caldo estivo: consigli e segnali di allarme per la disidratazione

Anziani e caldo estivo: consigli e segnali di allarme per la disidratazione | Centro Politerapico Polidiagnostico Monza

Il caldo estivo può rappresentare una sfida per la salute degli anziani, che sono maggiormente vulnerabili agli effetti negativi delle alte temperature. Durante la stagione estiva, è importante prestare infatti particolare attenzione alla protezione e al benessere delle persone più avanti con l’età.

In questo articolo, esploreremo i motivi per cui gli anziani soffrono in modo particolare il caldo e i colpi di calore, oltre a fornire preziosi consigli su come tutelarli. Impareremo anche a riconoscere i segnali di disidratazione negli anziani e come fornire loro l’aiuto necessario.

Perché gli anziani sono più sensibili al caldo

Le caratteristiche di una persona anziana la rendono naturalmente più suscettibile ai rischi legati alle alte temperature. Con l’avanzare dell’età, il corpo umano perde gradualmente la capacità di regolare la temperatura interna. Di conseguenza, gli anziani potrebbero avere più difficoltà nel mantenere una temperatura corporea adeguata durante i periodi di caldo intenso.

Inoltre, possono avere una minore sensibilità alla sete, il che significa che potrebbero non bere a sufficienza per reidratarsi adeguatamente durante i giorni caldi. E con eventuali condizioni preesistenti quali malattie cardiache, diabete e ipertensione, le persone in età geriatrica possono essere più vulnerabili alle conseguenze negative del caldo estivo.

Riconoscere i segnali di disidratazione negli anziani

La disidratazione può essere pericolosa per gli anziani e può manifestarsi in modi diversi. Alcuni segnali comuni di disidratazione negli anziani includono:

  • Sete e secchezza delle fauci
  • Vertigini e confusione
  • Stanchezza e debolezza eccessive
  • Urine scure o in quantità ridotte
  • Crampi muscolari o spasmi
  • Mal di testa e sensazione di svenimento.

Come tutelare gli anziani dal caldo estivo

Per proteggere gli anziani durante la stagione estiva, ecco alcuni consigli utili:

  1. Assicurarsi che gli anziani bevano a sufficienza. Incoraggiarli a bere acqua regolarmente, anche se non avvertono sete. Tenere a portata di mano bottiglie d’acqua fresca e ricordare loro di bere frequentemente.
  2. Mantenere una temperatura interna adeguata. Assicurarsi che l’ambiente circostante sia fresco e ventilato. Utilizzare ventilatori, aria condizionata o tende oscuranti per ridurre la temperatura all’interno della casa.
  3. Vestirsi adeguatamente. Consigliare agli anziani di indossare abiti leggeri, traspiranti e di colore chiaro. Questi tipi di abbigliamento aiutano a mantenere una temperatura corporea più bassa.
  4. Evitare attività fisiche intense nelle ore più calde. Suggerire agli anziani di limitare le attività all’aperto durante le ore più calde della giornata e di svolgere eventuali attività fisiche leggere durante le ore più fresche, come al mattino presto o alla sera.
  5. Monitorare regolarmente lo stato di salute. Prestare attenzione ai segnali di disidratazione e consultare un medico se si sospetta che un anziano stia avendo problemi legati al caldo.

Un consiglio ulteriore è quello di prenotare una visita dal nutrizionista: ogni soggetto è infatti un caso a sé, e un piano alimentare adeguato alle proprie esigenze può aiutare ad affrontare i mesi estivi con più serenità e preparazione.

 

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Salute della donna: consigli per una vita equilibrata

Salute della donna: consigli per una vita equilibrata | Centro Politerapico Polidiagnostico Monza

La salute della donna è un argomento di fondamentale importanza, poiché le donne affrontano sfide specifiche legate al loro benessere fisico e mentale. La cura adeguata della salute femminile richiede una combinazione di consapevolezza, prevenzione e assistenza medica specializzata, poiché oltre a patologie specifiche, il tema della salute femminile riguarda anche la conoscenza delle differenze in termini di sintomi e cure delle patologie in generale.

Di seguito esploreremo alcuni consigli medici essenziali per promuovere la salute delle donne e aiutarle a condurre una vita equilibrata.

 

Visite ginecologiche regolari

Una delle principali misure preventive per la salute delle donne è la visita regolare al ginecologo. Questo professionista medico specializzato può eseguire esami di routine, come il Pap test e l’esame pelvico, per la prevenzione e la diagnosi precoce di patologie ginecologiche, come il cancro cervicale.

Inoltre, il ginecologo può fornire consulenza sulla pianificazione familiare, la contraccezione e la gestione dei sintomi legati al ciclo mestruale.

 

Mantenere uno stile di vita sano

Adottare uno stile di vita sano è fondamentale per la salute delle donne. Ciò include una dieta equilibrata, ricca di frutta, verdura, cereali integrali e proteine magre. L’esercizio regolare, come camminare, correre o fare attività fisica, aiuta a mantenere il peso ideale e a migliorare la salute cardiaca. Evitare il fumo e l’eccessivo consumo di alcol è altrettanto importante per prevenire malattie croniche, come il cancro e le malattie cardiache.

 

Prendersi cura della salute mentale

La salute mentale è un aspetto cruciale del complesso della salute della donna. Dovrebbe essere data importanza al benessere emotivo e alla gestione dello stress. Pratiche come la meditazione, lo yoga o la terapia possono essere utili per affrontare l’ansia, la depressione o lo stress. Inoltre, è importante avere una rete di supporto solida e condividere le proprie preoccupazioni e i propri sentimenti con amici, familiari o psicologi qualificati.

 

Prevenzione delle malattie

Le donne devono adottare misure preventive per ridurre il rischio di malattie specifiche, come il cancro al seno e alle ovaie. L’autopalpazione regolare del seno e le mammografie periodiche sono fondamentali per la diagnosi precoce del cancro al seno. Per le donne a rischio elevato, la consulenza genetica e i test genetici possono essere raccomandati per valutare il rischio di sviluppare il cancro ovarico o al seno ereditario.

 

Salute della donna e gestione delle fasi della vita

Le donne affrontano diverse fasi nella vita, come l’adolescenza, la gravidanza, il parto e la menopausa. È importante ottenere l’assistenza medica adeguata in ogni fase. Durante la gravidanza, le visite prenatali regolari, una dieta bilanciata e gli esami diagnostici possono aiutare a garantire una gravidanza sana.

 

La menopausa può invece comportare cambiamenti fisici e ormonali significativi, quindi è essenziale consultare un medico per gestire i sintomi e discutere le opzioni terapeutiche, se necessario.

 

La salute della donna richiede attenzione, impegno e consapevolezza costanti. Seguire una routine di cura medica regolare, adottare uno stile di vita sano, prevenire le malattie e gestire la salute mentale sono aspetti cruciali per una vita equilibrata. Presso il Centro Politerapico Polidiagnostico di Monza abbiamo figure specializzate per la salute femminile, e per il benessere in generale.

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Perdita di peso: quando non deve essere trascurata

Perdita di peso: quando non deve essere trascurata | Centro Politerapico Polidiagnostico Monza

Una perdita di peso eccessiva e improvvisa può essere un sintomo di problemi di salute anche di particolare gravità. Si parla di calo ponderale involontario, quando si accusa una perdita oltre i 5kg circa nel breve periodo, conseguente a disturbi legati alla sfera fisica oppure psichica.

Accade infatti che, per una (o più) delle condizioni che andremo a vedere di seguito, il soggetto accusi una perdita dell’appetito e/o una difficoltà nell’assorbimento delle calorie e dei nutrienti, dove la seconda delle ipotesi può essere anche associata a un aumento dell’appetito.

La valutazione di partenza, che è sempre consigliabile lasciare effettuare a un medico di base, dovrà tenere conto anche della presenza dei seguenti sintomi, che spesso accompagnano le perdite di peso:

  • respiro affannoso
  • tosse ed emottisi
  • febbre
  • sudorazione notturna
  • aumento della sete
  • aumento della minzione
  • cefalee
  • disturbi della mandibola e della masticazione
  • nuovi disturbi della vista

 

Perdita di peso improvvisa

La perdita di peso più improvvisa può essere indicativa di problemi di salute come l’iperattività della tiroide, il diabete non diagnosticato o l’infezione da HIV.

Quando ciò si verifica senza alcuna modifica nelle abitudini alimentari o nell’attività fisica, è utile consultare un medico per un controllo completo.

 

Problemi digestivi

Se la perdita di peso è accompagnata da sintomi gastrointestinali come diarrea persistente, nausea o vomito, potrebbe essere un segnale di un disturbo digestivo sottostante, come la malattia celiaca, l’infiammazione intestinale o il cancro al tratto digestivo.

 

Cambiamenti nello stato emotivo

La perdita di peso può essere un sintomo di problemi di salute mentale come la depressione o l’ansia. Lo stress cronico e i disturbi dell’alimentazione possono influire negativamente sull’appetito e sulla capacità di mantenere un peso sano.

Se si riscontra una perdita di peso significativa e ti senti emotivamente instabile, è consigliabile consultare un professionista della salute mentale per ottenere supporto.

 

Affaticamento cronico

Se la perdita di peso è accompagnata da un senso persistente di affaticamento, potrebbe essere un segnale di problemi come l’insufficienza renale, l’insufficienza cardiaca o la malattia di Lyme. Questi disturbi possono influire sul metabolismo del corpo e causare una rapida perdita di peso insieme all’affaticamento cronico.

 

Problemi endocrini

Le disfunzioni della ghiandola tiroidea o delle ghiandole surrenali possono portare a una rapida perdita di peso. Un’eccessiva attività della tiroide, nota come ipertiroidismo, può accelerare il metabolismo e causare una rapida perdita di peso. Al contrario, un’attività insufficiente della tiroide, chiamata ipotiroidismo, può rallentare il metabolismo e portare a una perdita di peso non intenzionale.

Le ghiandole surrenali, che producono ormoni come il cortisolo, possono influenzare anche il peso corporeo. Una produzione eccessiva di cortisolo, spesso associata a condizioni come la sindrome di Cushing, può causare una redistribuzione del grasso corporeo e una perdita di massa muscolare, con conseguente perdita di peso. Inoltre, alcune malattie autoimmuni, come l’insufficienza surrenalica, possono interferire con il normale equilibrio ormonale e portare a una riduzione di peso.

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Malattie cardiache: come prevenirle e quali visite effettuare

Malattie cardiache: come prevenirle e quali visite effettuare | Centro Politerapico Polidiagnostico Monza

Le malattie cardiache rappresentano una delle principali cause di morte nel mondo e in Italia, ma sono al contempo anche quelle per le quali è possibile fare maggiore prevenzione, come affermato da una recente statistica dell’Eurostat. La chiave per un cuore sano è adottare uno stile di vita salutare e sottoporsi a visite preventive regolari. 

Di seguito vediamo quali sono le più comuni malattie cardiache, come prevenirle e quali visite di controllo è importante effettuare per mantenere il cuore in buona salute.

Malattie cardiache comuni

Le malattie cardiache possono assumere diverse forme e manifestarsi in modi diversi. Queste le più frequenti:

Malattia coronarica: è caratterizzata dalla formazione di placche nelle arterie coronarie, che forniscono sangue e ossigeno al cuore. Queste placche possono restringere le arterie e limitare il flusso sanguigno al cuore, causando dolore al petto (angina) e, in alcuni casi, un blocco completo delle arterie (infarto del miocardio).

Infarto del miocardio: comunemente noto come attacco di cuore, l’infarto del miocardio si verifica quando il flusso sanguigno verso una parte del muscolo cardiaco viene interrotto. Questo può causare danni permanenti al tessuto cardiaco e può essere fatale.

Insufficienza cardiaca: si verifica quando il cuore non pompa efficacemente il sangue in tutto il corpo. Può essere causata da diverse condizioni, come la malattia coronarica, l’ipertensione arteriosa o le malattie delle valvole cardiache. I sintomi includono affaticamento, gonfiore delle gambe e mancanza di respiro.

Aritmie: le aritmie sono disturbi del ritmo cardiaco. Possono manifestarsi come battiti cardiaci irregolari, accelerati o rallentati. Alcune aritmie possono essere innocue, mentre altre possono essere gravi e richiedere trattamento medico.

Malattie delle valvole cardiache: le valvole cardiache regolano il flusso di sangue attraverso il cuore. Le malattie delle valvole cardiache possono riguardare il restringimento delle valvole (stenosi) o la loro perdita di funzionalità (insufficienza). Ciò può causare un’alterazione del flusso sanguigno e sintomi come affaticamento, mancanza di respiro e gonfiore delle gambe.

Cardiomiopatia: è una condizione in cui il muscolo cardiaco diventa rigido, ispessito o debilitato. Ciò può influire sulla capacità del cuore di pompare sangue in modo efficiente e può portare a sintomi come affaticamento, palpitazioni e mancanza di respiro.

Prevenzione

La prevenzione delle malattie cardiache inizia con uno stile di vita sano. Il primo accorgimento è senza dubbio un’alimentazione equilibrata, ricca di frutta, verdura, cereali integrali e proteine magre, evitando invece cibi ad alto contenuto di grassi saturi e transgenici, zuccheri aggiunti e sale in eccesso. Al contempo, è molto utile impegnarsi a fare esercizio fisico regolarmente; si consigliano almeno 150 minuti alla settimana di attività fisica moderata, come una camminata veloce, jogging e nuoto. Ciò contribuirà al controllo del peso, uno dei fattori chiave nel campo delle malattie cardiache.

Altri comportamenti correttivi essenziali sono lo smettere di fumare, pratica che aumenta notevolmente il rischio di malattie cardiache, e una migliore gestione dello stress, che quando è cronico può influire negativamente sulla salute del cuore; alcuni modi sani per gestirlo possono essere la mindfulness, lo yoga o l’attività fisica in generale.

Visite preventive

Oltre ad adottare uno stile di vita salutare, è essenziale sottoporsi a visite preventive regolari per monitorare la salute del cuore. Ecco alcune visite che bisogna considerare:

Visita dal medico di base: programma una visita regolare con il tuo medico di base. Durante questa visita, verranno valutati i fattori di rischio per le malattie cardiache, come la pressione sanguigna, il colesterolo e il diabete. Il medico potrebbe anche consigliare esami di laboratorio specifici per valutare la tua salute cardiovascolare.

Controllo della pressione sanguigna: la pressione sanguigna elevata è un fattore di rischio significativo per le malattie cardiache. Assicurati di controllare regolarmente la tua pressione sanguigna e di lavorare con il tuo medico per mantenerla sotto controllo.

Esami del sangue: alcuni esami del sangue possono aiutare a valutare il rischio di malattie cardiache. Misurare i livelli di colesterolo totale, colesterolo HDL, colesterolo LDL e trigliceridi può fornire indicazioni sullo stato di salute del cuore.

Elettrocardiogramma (ECG): un ECG registra l’attività elettrica del cuore. Può essere utilizzato per identificare anomalie nel ritmo cardiaco o segni di danni al cuore.

Ecocardiogramma: un ecocardiogramma utilizza ultrasuoni per creare un’immagine del cuore. Questa procedura può rilevare anomalie strutturali o funzionali del cuore.

 

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Ernie: che cosa sono, sintomi e come diagnosticarle

Ernie: che cosa sono, sintomi e come diagnosticarle | Centro Politerapico Polidiagnostico Monza

Le ernie rappresentano un problema molto comune, che colpisce un gran numero di persone di tutte le età. Di seguito presentiamo una veloce panoramica sulle ernie, i sintomi generali e i loro metodi di diagnosi.

 

Cos’è un’ernia?

Un’ernia è una condizione medica in cui un organo o un tessuto del corpo spinge attraverso un’apertura debole o una maggiore resistenza di una parete muscolare circostante, creando sacche o protuberanze. Possono formarsi in diverse parti del corpo, ma sono più comuni nella parete addominale, nella zona inguinale e nella zona ombelicale. Le ernie possono causare dolore, disagio e altri sintomi e possono richiedere un intervento chirurgico per la correzione.

 

Tipologie

Esistono diverse tipologie di ernie, tra cui:

Ernia inguinale: la più comune, si verifica quando un segmento dell’intestino tenue spinge attraverso un’apertura debole nella parete addominale anteriore.

Ernia femorale: simile all’ernia inguinale, ma si verifica vicino alla coscia.

Ernia ombelicale: si verifica quando una porzione dell’intestino spinge attraverso un’apertura vicino all’ombelico.

Ernia ventrale: si verifica quando l’intestino spinge attraverso una zona debole della parete addominale.

Ernia diaframmatica: si verifica quando una parte dello stomaco spinge attraverso il diaframma nella cavità toracica.

 

Sintomi

I sintomi dell’ernia possono variare in base alla tipologia e alla gravità del problema. I sintomi comuni includono:

  • dolore
  • gonfiore
  • sensazione di pesantezza
  • difficoltà a deglutire
  • nausea
  • vomito
  • difficoltà a respirare

 

Diagnosi

Le ernie vengono diagnosticate attraverso una combinazione di esami fisici e strumentali. 

Durante l’esame fisico, il medico esaminerà l’area interessata per vedere se c’è una protuberanza o un rigonfiamento anomalo. Può anche chiedere al paziente di tossire o di sforzare l’area interessata per vedere se l’ernia diventa più grande o più prominente.

Altri test che possono essere eseguiti includono l’ecografia, la tomografia computerizzata (TC) o la risonanza magnetica (RM). Questi esami strumentali possono aiutare a confermare la presenza di un’ernia e a determinare la sua posizione e la sua estensione.

In alcuni casi, potrebbe essere necessario eseguire un’endoscopia per valutare l’entità dell’ernia.

In ogni caso, la diagnosi delle ernie è affidata al medico, che determinerà il percorso di trattamento più appropriato.

 

Trattamento

Il trattamento dell’ernia dipende dalla tipologia e dalla gravità del problema. In alcuni casi, l’intervento chirurgico può essere necessario per riparare la parete muscolare e prevenire ulteriori protrusioni dell’organo o del tessuto.

Le ernie possono essere trattate in diversi modi, a seconda della loro gravità e della localizzazione.

Monitoraggio: alcune ernie possono essere monitorate nel tempo con controlli regolari per verificare se peggiorano o causano sintomi.

Indossare una cintura erniaria: una cintura herniaria può aiutare a sostenere l’ernia e a ridurre il dolore.

Terapia fisica: esercizi specifici possono aiutare a rafforzare i muscoli dell’addome e della schiena per migliorare la postura e la stabilità.

Farmaci: farmaci analgesici possono essere utilizzati per ridurre il dolore associato all’ernia.

Chirurgia: se l’ernia è grave o causa sintomi significativi, può essere necessario un intervento chirurgico per riparare l’ernia. Questo può essere fatto con un’incisione tradizionale o con tecniche mininvasive come la laparoscopia.

La scelta del trattamento dipende dalla gravità e dalla localizzazione dell’ernia, nonché dalle condizioni di salute individuali.


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