Cause, sintomi e trattamenti del varicocele.

Il varicocele è una condizione relativamente comune che colpisce molti uomini, ma spesso non viene diagnosticata in modo tempestivo. Il varicocele si verifica quando le vene all’interno dello scroto, che drena il sangue dai testicoli, diventano dilatate e congestionate. Ma quali opzioni di trattamento offre la medicina moderna? Ne parliamo in questo articolo.

Cause del varicocele:

Le cause precise del varicocele non sono completamente chiare, ma si ritiene che il problema derivi da un malfunzionamento delle valvole nelle vene spermatiche, che impedisce al sangue di fluire correttamente. Il risultato è un ristagno sanguigno che causa l’ingrossamento delle vene.

Alcuni fattori che possono aumentare il rischio di varicocele includono:

  • Età: il varicocele si sviluppa solitamente durante la pubertà, ma può manifestarsi a qualsiasi età.
  • Anomalie anatomiche: una predisposizione congenita a malformazioni delle vene può aumentare il rischio.
  • Attività fisica intensa: sebbene non sia una causa diretta, un’intensa attività fisica senza adeguati periodi di recupero potrebbe contribuire al problema.

Sintomi più comuni del varicocele:

In molti casi, il varicocele è asintomatico e viene scoperto casualmente durante una visita medica o un esame di routine. Tuttavia, alcuni uomini possono avvertire i seguenti sintomi:

  • Dolore scrotale o sensazione di pesantezza, che può peggiorare durante l’attività fisica o alla fine della giornata.
  • Infertilità: il varicocele è una delle principali cause di infertilità maschile.
  • Cambiamenti nelle dimensioni dei testicoli: uno dei testicoli può sembrare più piccolo o meno sviluppato.

Trattamenti per il varicocele:

Il trattamento del varicocele dipende dalla gravità dei sintomi e dalla presenza di problemi di fertilità. Le opzioni includono:

1. Trattamenti conservativi: in molti casi, quando il varicocele è lieve o non causa sintomi evidenti, non è necessario un trattamento immediato. Il medico potrebbe consigliare di monitorare la condizione regolarmente.

2. Chirurgia: se il varicocele causa dolore significativo o problemi di fertilità, può essere necessario un intervento chirurgico per correggere il problema. Le tecniche più comuni sono la varicocelectomia e l’embolizzazione.

3. Monitoraggio della fertilità: se il varicocele è correlato a problemi di fertilità, potrebbe essere necessario un trattamento per migliorare la qualità del seme, come l’uso di farmaci o la raccolta di spermatozoi per la fecondazione assistita.

 

Prenota una visita medica presso il nostro centro Politerapico a Monza:

Se hai riscontrato problemi di fertilità o avverti dolore scrotale, non esitare a rivolgerti a uno specialista per una valutazione approfondita. La diagnosi precoce e il trattamento tempestivo possono ridurre i rischi di complicazioni e migliorare le possibilità di fertilità. 

Presso il Politerapico Polidiagnostico Monza, i nostri esperti sono a disposizione per fornirti diagnosi accurate e soluzioni terapeutiche personalizzate per il varicocele e altre problematiche andrologiche.

Prenotare una visita presso il nostro centro è semplice: contattaci tramite il nostro sito, chiamaci per fissare un appuntamento o scarica la nostra App Politerapico per Android o iOS. Il nostro team di esperti sarà felice di aiutarti a trovare il percorso terapeutico più adatto alle tue esigenze.

Coronaropatia: cos’è, cause, sintomi e trattamenti

coronopatia aterosclerosi

La coronaropatia, o malattia coronarica, è una condizione che colpisce le arterie coronarie, i vasi sanguigni che forniscono ossigeno e nutrienti al cuore. Si tratta di una delle patologie cardiache più comuni e può essere molto pericolosa se non diagnosticata e trattata tempestivamente. In questo articolo, esploreremo cos’è la coronaropatia, le sue cause, i sintomi e le opzioni di trattamento disponibili.

Cos’è la coronaropatia?

La coronaropatia si verifica quando le arterie coronarie si restringono o si bloccano a causa dell’accumulo di placca. Questo fenomeno è noto come aterosclerosi. La placca è composta da grasso, colesterolo, calcio e altre sostanze presenti nel sangue. Quando le arterie coronarie si restringono, il flusso sanguigno verso il cuore si riduce, compromettendo l’apporto di ossigeno e aumentando il rischio di danni al muscolo cardiaco. Se l’ostruzione è significativa, può provocare angina (dolore al petto) o portare a un infarto del miocardio.

Cause della coronaropatia

Le principali cause della coronaropatia sono legate a uno stile di vita non salutare e a fattori di rischio cardiovascolare. Alcune delle cause più comuni includono:

  1. Aterosclerosi: L’accumulo di placca nelle arterie coronarie è la causa principale. La placca si forma quando il colesterolo “cattivo” (LDL) e altre sostanze si depositano sulle pareti delle arterie, creando uno strato che restringe i vasi sanguigni.
  2. Ipertensione (pressione alta): L’elevata pressione sanguigna può danneggiare le pareti delle arterie, favorendo la formazione di placca e aumentando il rischio di coronaropatia.
  3. Colesterolo alto: Un livello elevato di colesterolo LDL nel sangue può contribuire alla formazione di placche nelle arterie coronarie.
  4. Fumo: Il fumo danneggia le pareti dei vasi sanguigni e aumenta la formazione di placca. Inoltre, favorisce la coagulazione del sangue, aumentando il rischio di ostruzioni.
  5. Diabete: Il diabete non controllato danneggia le arterie e aumenta il rischio di aterosclerosi, poiché l’elevato livello di zucchero nel sangue può danneggiare i vasi sanguigni.
  6. Obesità e inattività fisica: Un peso corporeo eccessivo e una vita sedentaria sono fattori di rischio significativi per la coronaropatia, poiché favoriscono l’accumulo di colesterolo e danno alle arterie.
  7. Fattori genetici: La predisposizione familiare gioca un ruolo importante nella malattia coronarica. Se i membri della famiglia hanno avuto malattie cardiache, il rischio aumenta.
  8. Stress: Lo stress prolungato può contribuire a danni cardiaci, aumentando la pressione sanguigna e peggiorando i livelli di colesterolo.

Sintomi della coronaropatia

I sintomi della coronaropatia possono variare a seconda della gravità della condizione. Alcuni pazienti possono non avvertire alcun sintomo fino a quando non si verifica un episodio grave, come un infarto. I sintomi comuni includono:

  1. Dolore al petto (angina): Il sintomo più comune di coronaropatia è il dolore toracico, noto come angina. Questo dolore può essere acuto, opprimente o simile a una sensazione di pressione e spesso si verifica durante l’attività fisica o lo stress emotivo.
  2. Affaticamento: La riduzione del flusso sanguigno al cuore può causare stanchezza e debolezza, anche con attività di bassa intensità.
  3. Respiro corto: La mancanza di ossigeno al cuore può portare a difficoltà respiratorie, soprattutto durante l’attività fisica.
  4. Palpitazioni: Sensazione di battito cardiaco irregolare o accelerato, che può essere un segnale di malattia coronarica.
  5. Sudorazione e nausea: In alcuni casi, un infarto del miocardio o un episodio grave di coronaropatia può causare sudorazione fredda, nausea e vertigini.

Diagnosi della coronaropatia

La diagnosi di coronaropatia richiede una valutazione medica approfondita. Il medico eseguirà un esame fisico e raccoglierà informazioni sui fattori di rischio del paziente. Le seguenti indagini possono essere utilizzate per confermare la diagnosi:

  1. ECG (elettrocardiogramma): Test che rileva l’attività elettrica del cuore e può evidenziare segnali di danni al cuore.
  2. Ecocardiogramma: Un’ecografia del cuore che permette di vedere come funziona il muscolo cardiaco.
  3. Angiografia coronarica: Un esame che utilizza un mezzo di contrasto per visualizzare le arterie coronarie e rilevare eventuali ostruzioni.
  4. Test da sforzo: Il paziente cammina su un tapis roulant mentre vengono monitorati il cuore e il respiro per valutare la risposta cardiaca allo stress fisico.

Prevenzione della coronaropatia

La prevenzione è il modo migliore per ridurre il rischio di coronaropatia. Alcuni consigli utili includono:

  • Adottare una dieta sana ed equilibrata, ricca di frutta, verdura e grassi sani.
  • Fare esercizio fisico regolare.
  • Monitorare i livelli di colesterolo e la pressione sanguigna.
  • Non fumare e limitare il consumo di alcol.
  • Gestire lo stress in modo sano.
  • Sottoporsi a controlli regolari per monitorare la salute cardiaca.

Prenota una visita medica presso il nostro centro:

La coronaropatia è una condizione che può compromettere seriamente la salute del cuore se non trattata correttamente. La prevenzione, la diagnosi precoce e il trattamento tempestivo sono essenziali per migliorare la qualità della vita e ridurre i rischi di complicazioni gravi come l’infarto. Se sospetti di essere a rischio o avverti sintomi correlati, è importante consultare un medico specialista per una valutazione approfondita. Con le giuste cure e modifiche allo stile di vita, è possibile gestire la coronaropatia e vivere una vita lunga e sana. Prenotare una visita presso il nostro centro è semplice: contattaci tramite il nostro sito, chiamaci per fissare un appuntamento o scarica la nostra App Politerapico per Android o iOS. Il nostro team di esperti sarà felice di aiutarti a trovare il percorso terapeutico più adatto alle tue esigenze.

Ecografia Doppler: cos’è e cosa rileva.

ecografia-doppler

L’ecografia Doppler è una tecnica diagnostica non invasiva che utilizza onde sonore per analizzare il flusso sanguigno all’interno dei vasi sanguigni. Grazie alla sua capacità di fornire immagini dettagliate e di misurare la velocità del sangue che scorre attraverso le arterie e le vene, è uno strumento fondamentale nella diagnosi e nel monitoraggio di varie patologie cardiovascolari e vascolari.

Nel nostro Centro Politerapico, offriamo il servizio di ecografia Doppler, una prestazione utile per valutare la salute dei vasi sanguigni e diagnosticare precocemente condizioni che potrebbero compromettere la circolazione sanguigna e la salute generale. Ma vediamo nel dettaglio come funziona e perché è importante farla.

Cos’è l’ecografia Doppler?

L’ecografia Doppler è un tipo speciale di ecografia che, oltre a generare immagini dei vasi sanguigni, sfrutta l’effetto Doppler per misurare la velocità e la direzione del flusso sanguigno. Quando il sangue scorre attraverso le arterie o le vene, emette onde sonore che vengono rilevate dal dispositivo. L’ecografo converte queste onde sonore in immagini e dati, permettendo ai medici di vedere non solo la struttura dei vasi sanguigni, ma anche se il flusso sanguigno è regolare e senza ostacoli.

A cosa serve l’ecografia Doppler?

L’ecografia Doppler è utilizzata per rilevare e monitorare una serie di patologie vascolari e cardiovascolari. Alcuni dei principali motivi per cui viene prescritta sono:

  1. Valutazione della circolazione sanguigna: L’ecografia Doppler è particolarmente utile per esaminare il flusso sanguigno nelle arterie e nelle vene, aiutando a individuare eventuali ostruzioni, restringimenti o malformazioni vascolari.
  2. Diagnosi di malattie vascolari periferiche: Queste patologie riguardano la circolazione sanguigna nelle gambe e nelle braccia e sono frequentemente causate dall’accumulo di placche di colesterolo (aterosclerosi). L’ecografia Doppler può rilevare la presenza di arterie occluse o indurite, aiutando a prevenire complicazioni più gravi come gli attacchi ischemici.
  3. Monitoraggio delle varici: L’ecografia Doppler è uno strumento chiave per studiare il sistema venoso, in particolare per diagnosticare e monitorare la presenza di varici e di eventuali problemi con le valvole venose che possono portare a insufficienza venosa cronica.
  4. Prevenzione di ictus e infarti: Esaminando il flusso sanguigno nelle arterie principali, l’ecografia Doppler può identificare stenosi o placche aterosclerotiche che potrebbero aumentare il rischio di ictus o infarto.
  5. Controllo di malformazioni vascolari congenite: In alcuni casi, l’ecografia Doppler è utilizzata per individuare difetti nei vasi sanguigni fin dalla nascita, come nel caso delle fistole artero-venose o aneurismi.

Cosa rileva l’ecografia Doppler?

Con l’ecografia Doppler è possibile rilevare diverse problematiche relative al flusso sanguigno e alla salute dei vasi sanguigni, tra cui:

  • Stenosi o ostruzione delle arterie, che può ridurre il flusso di sangue verso gli organi vitali.
  • Aneurismi: dilatazioni anomale delle arterie, che possono rompersi e causare gravi emorragie.
  • Insufficienza venosa: quando le vene non riescono a trasportare correttamente il sangue al cuore, spesso a causa di valvole mal funzionanti.
  • Coaguli sanguigni (trombosi): la presenza di coaguli che bloccano il flusso sanguigno in uno o più vasi.
  • Varici: dilatazione anomala delle vene, che può causare gonfiore, dolore e altre complicazioni.
  • Alterazioni del flusso sanguigno in seguito a malattie cardiache o altre condizioni.

Quando è consigliata l’ecografia Doppler?

L’ecografia Doppler può essere raccomandata in diverse situazioni, come:

  • In caso di dolore alle gambe o gonfiore che potrebbe indicare problemi venosi.
  • Per chi ha fattori di rischio cardiovascolare come ipertensione, diabete, colesterolo alto o una storia familiare di malattie cardiache.
  • In caso di presenza di varici o se si sospetta una trombosi venosa.
  • Per il monitoraggio di pazienti post-operatori che hanno subito interventi ai vasi sanguigni o al cuore.

Prenota un’ecografia Doppler presso il nostro centro:

L’ecografia Doppler è un esame semplice, veloce e non invasivo che consente di diagnosticare e monitorare una serie di patologie vascolari e cardiache. Presso il nostro Centro Politerapico, offriamo un servizio di ecografia Doppler di alta qualità, eseguito da esperti professionisti. Se hai sintomi legati alla circolazione o desideri effettuare un controllo preventivo, prenota il tuo appuntamento con noi. La salute del cuore e dei vasi sanguigni è fondamentale, e un esame tempestivo può fare la differenza per prevenire complicazioni future. Prenotare una visita è semplice: contattaci tramite il nostro sito, chiamaci per fissare un appuntamento o scarica la nostra App Politerapico per Android o iOS. Il nostro team di esperti sarà felice di aiutarti a trovare il percorso terapeutico più adatto alle tue esigenze.

Alopecia: comprendere le cause e i rimedi.

L’alopecia è una condizione che colpisce molte persone, portando alla perdita dei capelli. Sebbene sia un problema comune, può avere un impatto significativo sull’autostima e sul benessere psicologico di chi ne soffre. In questo articolo, esploreremo le cause dell’alopecia, i vari rimedi disponibili e gli esami diagnostici utili per affrontare questa problematica.

Cosa è l’alopecia?

L’alopecia si riferisce alla perdita di capelli in varie forme e può manifestarsi in diversi modi. Le forme più comuni includono:

  • Alopecia areata: caratterizzata da chiazze rotonde di perdita di capelli.
  • Alopecia androgenetica: nota anche come calvizie comune, è spesso ereditaria e colpisce sia uomini che donne.
  • Alopecia totale: perdita totale dei capelli sul cuoio capelluto.
  • Alopecia universale: perdita totale di tutti i peli del corpo.

Cause dell’alopecia

Le cause dell’alopecia possono variare significativamente e includere:

  1. Fattori genetici: l’alopecia androgenetica è spesso ereditaria e legata a fattori ormonali.
  2. Stress e traumi: eventi stressanti o traumatici possono innescare la perdita di capelli.
  3. Malattie autoimmuni: condizioni come l’alopecia areata sono il risultato di una risposta immunitaria anomala.
  4. Squilibri ormonali: cambiamenti ormonali, come quelli durante la gravidanza o la menopausa, possono influenzare la crescita dei capelli.
  5. Carenze nutrizionali: una dieta povera di nutrienti essenziali può contribuire alla perdita di capelli. Vitamine come A, D, E, ferro e zinco sono cruciali per la salute dei capelli.
  6. Condizioni mediche: malattie come la tiroidite, le infezioni del cuoio capelluto o altre patologie possono causare alopecia.

Esami e diagnosi

Se si sospetta di soffrire di alopecia, è fondamentale consultare un professionista per una diagnosi accurata. Gli esami possono includere:

  • Visita dermatologica: un medico specialista esaminerà il cuoio capelluto e i capelli per determinare la causa della perdita.
  • Analisi del sangue: per valutare i livelli ormonali e le eventuali carenze nutrizionali.
  • Biopsia del cuoio capelluto: in alcuni casi, potrebbe essere necessaria per esaminare il follicolo pilifero e identificare eventuali malattie.

Rimedi per l’alopecia

Esistono diverse opzioni per affrontare l’alopecia, a seconda della causa sottostante e della gravità della condizione. Ecco alcuni rimedi comuni:

  1. Trattamenti topici: prodotti come il minoxidil possono stimolare la crescita dei capelli e rallentare la perdita.
  2. Farmaci orali: farmaci come la finasteride sono utilizzati per trattare l’alopecia androgenetica negli uomini.
  3. Terapie laser: le terapie laser a bassa intensità possono aiutare a stimolare la crescita dei capelli.
  4. Trattamenti naturali: integratori di vitamine e minerali possono supportare la salute dei capelli. Alcuni rimedi naturali, come l’olio di rosmarino, sono stati associati a miglioramenti.
  5. Interventi chirurgici: nei casi più gravi, il trapianto di capelli può essere un’opzione per ripristinare la densità dei capelli.

L’alopecia è una condizione complessa che può influenzare profondamente la vita di chi ne è colpito. È importante affrontare il problema con il supporto di professionisti del settore, che possono fornire diagnosi accurate e trattamenti personalizzati. Se hai domande o preoccupazioni riguardo all’alopecia, non esitare a contattare il Politerapico Polidiagnostico Monza per una consulenza.

Ricorda, la perdita dei capelli è un problema comune e ci sono soluzioni disponibili per aiutarti a ritrovare la fiducia in te stesso.

Prenotare una visita è semplice: contattaci tramite il nostro sito, chiamaci per fissare un appuntamento o scarica la nostra App Politerapico per Android o iOS. Il nostro team di esperti sarà felice di aiutarti a trovare il percorso terapeutico più adatto alle tue esigenze.

Incontinenza urinaria: cos’è, cause e rimedi per migliorare la qualità della vita.

incontinenza-urinaria

L’incontinenza urinaria è una condizione comune che può influire in modo significativo sulla qualità della vita delle persone. Colpisce uomini e donne di tutte le età, anche se è più frequente nelle donne, soprattutto dopo una certa età o in seguito a particolari condizioni mediche. In questo articolo, approfondiremo cos’è l’incontinenza urinaria, le sue cause principali e i rimedi disponibili per trattarla. Infine, vedremo come il nostro centro Politerapico può aiutarti a trovare la soluzione più adatta alle tue esigenze.

Cos’è l’incontinenza urinaria?

L’incontinenza urinaria è l’incapacità di controllare la fuoriuscita involontaria di urina. Può manifestarsi in vari modi, come un’improvvisa necessità di urinare senza riuscire a trattenersi (incontinenza da urgenza) o perdite di urina che si verificano in situazioni di sforzo fisico, come tosse, risate o sollevamento di pesi (incontinenza da sforzo). Esistono anche casi di incontinenza mista, in cui si combinano i sintomi di entrambe le tipologie.

Principali cause:

Le cause dell’incontinenza urinaria sono molteplici e possono variare a seconda del tipo di incontinenza.

Tra le cause più comuni troviamo:

  1. Debolezza dei muscoli del pavimento pelvico: questo gruppo di muscoli sostiene la vescica e l’uretra, e la loro debolezza può rendere difficile il controllo della minzione. È spesso associata al parto, alla menopausa o all’invecchiamento.
  2. Disturbi neurologici: condizioni come il Parkinson, la sclerosi multipla o un ictus possono compromettere i segnali nervosi che controllano la vescica.
  3. Interventi chirurgici: alcuni interventi, come la rimozione della prostata negli uomini, possono influenzare la capacità di trattenere l’urina.
  4. Infezioni urinarie: le infezioni delle vie urinarie possono temporaneamente causare perdite di urina o aumentare la necessità di urinare.
  5. Assunzione di farmaci: alcuni farmaci, come i diuretici, possono aumentare la produzione di urina e causare episodi di incontinenza.
  6. Stili di vita: obesità, consumo eccessivo di caffeina o alcol e fumo sono fattori che possono contribuire allo sviluppo dell’incontinenza.

Rimedi e terapie:

Fortunatamente, esistono diversi trattamenti efficaci per gestire l’incontinenza urinaria. La scelta del trattamento dipende dalla causa sottostante e dalla gravità del problema.

Ecco alcune opzioni disponibili:

  1. Riabilitazione del pavimento pelvico: esercizi specifici, come gli esercizi di Kegel, possono aiutare a rafforzare i muscoli del pavimento pelvico e migliorare il controllo della vescica. Presso il Politerapico, offriamo programmi di fisioterapia specializzati per la riabilitazione del pavimento pelvico.
  2. Terapie comportamentali: tecniche come il training della vescica e la modifica delle abitudini alimentari (riduzione di caffeina e alcol) possono contribuire a migliorare i sintomi.
  3. Farmaci: in alcuni casi, possono essere prescritti farmaci per rilassare la vescica o aumentare la sua capacità di trattenere l’urina.
  4. Trattamenti minimamente invasivi: per casi più gravi, si possono adottare soluzioni come l’iniezione di agenti volumizzanti nell’uretra o l’impianto di dispositivi che sostengono la vescica.
  5. Chirurgia: in casi estremi, si può ricorrere a interventi chirurgici per riparare i muscoli danneggiati o posizionare una rete di supporto sotto l’uretra.

 

Prenota una visita presso Politerapico.

Se soffri di incontinenza urinaria o sospetti di avere problemi di controllo della vescica, non esitare a rivolgerti a noi. Presso Politerapico, offriamo un approccio multidisciplinare e personalizzato per affrontare questa problematica, coinvolgendo specialisti in urologia, ginecologia e fisioterapia.

Prenotare una visita è semplice: contattaci tramite il nostro sito, chiamaci per fissare un appuntamento o scarica la nostra App Politerapico per Android o iOS. Il nostro team di esperti sarà felice di aiutarti a trovare il percorso terapeutico più adatto alle tue esigenze.

Maggiori informazioni? Contattateci ora.

Linfomi: che cosa sono, quali sono, fattori di rischio e cure

Linfomi: che cosa sono, quali sono, fattori di rischio e cure | Centro Politerapico Polidiagnostico Monza

I linfomi sono una categoria di neoplasie che coinvolgono il sistema linfatico, un componente vitale del sistema immunitario. Di seguito esploreremo cosa e quali sono, i fattori di rischio associati, le opzioni di trattamento disponibili, e l’importanza della visita ematologica come primo passo verso la diagnosi e il trattamento.

Cosa sono i linfomi

I linfomi derivano da alterazioni delle cellule del sistema linfatico, che è composto dai linfonodi, le tonsille, la milza, e i tessuti linfoidi. Questo sistema svolge un ruolo cruciale nella difesa del corpo contro le infezioni. Quando le cellule linfatiche subiscono mutazioni, possono iniziare a crescere in modo incontrollato, dando origine ai linfomi.

Il loro processo di sviluppo coinvolge la trasformazione di cellule linfatiche sane in cellule cancerose. Questo processo può avvenire lentamente nel corso di anni o essere più rapido. Comprendere le fasi di sviluppo è essenziale per affrontare la malattia in modo efficace.

Tipologie

I linfomi sono un insieme eterogeneo di neoplasie che possono colpire il sistema linfatico, ciascuno con caratteristiche distintive che influenzano la diagnosi e il trattamento. Due categorie principali comprendono le tipologie di Hodgkin e di non Hodgkin.

  • Linfomi di Hodgkin (LH)

I LH sono caratterizzati dalla presenza di cellule di Reed-Sternberg, grandi cellule cancerose distintive. Questi linfomi coinvolgono tipicamente un unico gruppo di linfonodi e possono presentare sintomi come febbre, sudorazioni notturne e perdita di peso. Tra i sottotipi di LH ci sono il classico LH e il linfoma nodulare a cellule stromali.

  • Linfomi di non Hodgkin (LNH)

Questa categoria include un’ampia varietà di condizioni che differiscono nelle caratteristiche cellulari, nelle manifestazioni cliniche e nelle risposte al trattamento. Alcuni esempi di LNH includono il linfoma diffuso a grandi cellule B, il linfoma follicolare, il linfoma mantellare e il linfoma del manto. La classificazione dei LNH si basa sulla morfologia, l’immunofenotipo e i marcatori genetici.

  • Linfomi a cellule T e NK

I linfomi a cellule T coinvolgono le cellule T del sistema immunitario. Possono variare dalla forma aggressiva a quella indolente. Il linfoma anaplastico a grandi cellule è un esempio di linfoma a cellule T. I linfomi a cellule natural killer (NK) coinvolgono le cellule NK e possono essere aggressivi.

  • Linfoma del Sistema Nervoso Centrale (SNC)

Alcuni linfomi possono colpire il sistema nervoso centrale, causando sintomi neurologici. Il linfoma del sistema nervoso centrale può verificarsi in associazione con un altro linfoma o come entità indipendente.

  • Linfoma a cellule del mantello

Questo linfoma è caratterizzato da una crescita rapida e coinvolge principalmente i linfonodi, la milza e il midollo osseo. La presenza di una traslocazione genetica specifica è tipica di questo sottotipo.

Fattori di rischio

L’insorgenza dei linfomi è influenzata da una serie di fattori di rischio, i quali, se compresi in profondità, possono contribuire a una migliore prevenzione e gestione della malattia.  

La presenza di una storia familiare di linfomi può innanzitutto aumentare il rischio di sviluppare la malattia: mutazioni genetiche ereditarie, se presenti, possono predisporre gli individui a una maggiore suscettibilità. L’incidenza dei linfomi aumenta con l’età, e alcuni sottotipi sono più comuni in uomini rispetto alle donne. Ad esempio, il linfoma di Hodgkin è più frequente nei giovani adulti, mentre il linfoma follicolare colpisce spesso persone di età più avanzata.

Alcune tipologia di linfoma sono associate a infezioni virali, come l’Epstein-Barr virus (EBV) nei linfomi di Hodgkin e T-cellulari, e il virus dell’immunodeficienza umana (HIV) che aumenta il rischio di linfoma a cellule B. E anche l’esposizione a certe sostanze chimiche, come pesticidi, solventi e agenti chimici, può contribuire al rischio di sviluppare un linfoma. L’interazione con agenti tossici può innescare mutazioni cellulari.

Individui che assumono farmaci immunodepressivi a lungo termine, ad esempio dopo un trapianto di organi, sono più suscettibili ai linfomi. Questi farmaci compromettono il sistema immunitario, favorendo lo sviluppo di cellule cancerose. E anche persone affette da malattie autoimmuni, come la sindrome di Sjögren o la lupus eritematoso sistemico, possono avere un rischio leggermente aumentato di sviluppare linfomi.

Opzioni di trattamento

Il trattamento dei linfomi dipende dal tipo specifico e dalla fase della malattia. Le opzioni terapeutiche includono chemioterapia, radioterapia, immunoterapia e trapianto di cellule staminali. L’approccio personalizzato è fondamentale per massimizzare l’efficacia del trattamento e minimizzare gli effetti collaterali.

Importanza della visita ematologica

La visita ematologica gioca un ruolo fondamentale nella diagnosi precoce e nel piano di trattamento di un linfoma. Gli ematologi, specialisti del sangue, utilizzano esami del sangue, biopsie linfonodali e altre indagini per confermare la presenza di linfoma e determinarne il tipo specifico. 

Presso il Centro Politerapico Polidiagnostico di Monza disponiamo di un’equipe altamente qualificata per la diagnosi preventiva, e in grado di accompagnarvi per tutto il percorso terapeutico.

Maggiori informazioni?

Contattateci ora, oppure prenotate la vostra visita online!

Fibromialgia: che cos’è e perché è difficile diagnosticarla

Fibromialgia: che cos’è e perché è difficile diagnosticarla | Centro Politerapico Polidiagnostico Monza

La fibromialgia è una condizione medica complessa e spesso misconosciuta che colpisce milioni di persone in tutto il mondo. Nonostante colpisca una percentuale significativa della popolazione, viene spesso ignorata o mal compresa nel mondo della medicina.

Cos’è la fibromialgia

La fibromialgia è una sindrome dolorosa cronica che va oltre il semplice disagio fisico. Si manifesta attraverso un dolore diffuso in tutto il corpo, coinvolgendo muscoli, tendini e legamenti.

Oltre al dolore fisico, la fibromialgia si accompagna spesso a una stanchezza persistente che non migliora con il riposo. Questa fatica può influire negativamente sulle attività quotidiane, compromettendo la qualità della vita. Inoltre, molti individui sperimentano disturbi del sonno, come l’insonnia o un sonno non ristoratore, contribuendo ulteriormente al ciclo debilitante della malattia.

La “nebbia cerebrale” è un altro aspetto significativo della fibromialgia. Questo termine indica difficoltà cognitive, come problemi di concentrazione, perdita di memoria a breve termine e difficoltà a eseguire attività mentali complesse. Questi sintomi possono avere un impatto significativo sulle capacità lavorative e sociali delle persone colpite.

Inoltre, la fibromialgia è spesso associata a sintomi collaterali, come mal di testa, sindrome dell’intestino irritabile (IBS) e sensibilità a stimoli esterni come suoni e luci intense.

I punti di dolore

La fibromialgia è spesso identificata attraverso la presenza di punti di dolore specifici nel corpo. Tuttavia, anche questa mappa dei punti dolenti può variare da persona a persona. La soggettività dei sintomi complica ulteriormente il quadro, poiché ciò che può essere doloroso per una persona potrebbe non esserlo per un’altra.

Difficoltà di diagnosi

Una delle sfide principali associate alla fibromialgia è la sua diagnosi. A differenza di molte altre condizioni mediche, non esiste un test specifico per confermare la presenza della fibromialgia. I sintomi possono essere vari, complessi, e simili ad altre patologie, rendendo la diagnosi un processo estremamente difficoltoso.

Nonostante quindi il numero crescente di individui che vivono con questa condizione, la fibromialgia rimane in gran parte ignorata dalla comunità medica. La mancanza di consapevolezza può portare a ritardi nella diagnosi e alla gestione inadeguata della condizione.

Impatto psicologico

La fibromialgia non influisce solo sul corpo fisico, ma può anche avere gravi implicazioni per la salute mentale. La lotta quotidiana con il dolore cronico e la mancanza di comprensione da parte degli altri può portare a ansia, depressione e isolamento sociale.

Per migliorare la qualità di vita di coloro che ne soffrono, è essenziale aumentare la consapevolezza e promuovere la ricerca su questa condizione complessa.

Visita reumatologica

Se si sospetta di soffrire di fibromialgia e si vuole ottenere una prima diagnosi, la prima visita specialistica consigliata è da un reumatologo. Pur essendo una condizione difficile da diagnosticare, presso il Centro Politerapico Polidiagnostico di Monza disponiamo di uno staff esperto e alta tecnologia per affrontare le sfide legate a questa complessa condizione, assicurando una valutazione approfondita della storia clinica e dei sintomi del paziente. La collaborazione con specialisti di diverse discipline all’interno del nostro centro ci consente di fornire un approccio multidisciplinare per gestire la patologia in modo completo.

Maggiori informazioni?

 

Contattateci ora, oppure prenotate la vostra visita online!

Giornata Mondiale della Vista: quali sono i disturbi più comuni

Giornata Mondiale della Vista: quali sono i disturbi più comuni | Centro Politerapico Polidiagnostico Monza

Il 12 ottobre 2023 è la Giornata Mondiale della Vista, un’importante occasione per sensibilizzare l’opinione pubblica sui disturbi visivi e promuovere la prevenzione. Di seguito introduciamo quindi i disturbi tipici legati alla vista, per i quali è essenziale prevedere un controllo preventivo periodico.

Disturbi oculari comuni

  • Miopia, ipermetropia e astigmatismo

La maggior parte delle persone è familiare con questi disturbi, che influenzano la capacità dell’occhio di focalizzare chiaramente gli oggetti. La correzione precoce è fondamentale per evitare complicazioni a lungo termine.

Miopia: Le persone miopi vedono chiaramente gli oggetti vicini ma sfocati quelli lontani. Questo è dovuto a un’immagine che si forma davanti alla retina anziché su di essa. La miopia è spesso ereditaria, ma l’uso eccessivo degli schermi digitali può influire sulla sua progressione. La correzione può avvenire con occhiali, lenti a contatto o chirurgia refrattiva.

Ipermetropia: Al contrario della miopia, l’ipermetropia si verifica quando l’immagine si forma dietro la retina. Ciò rende difficile vedere chiaramente gli oggetti vicini, mentre quelli lontani sono più nitidi. L’ipermetropia è comune nei bambini e può diminuire con l’invecchiamento. Gli occhiali o le lenti a contatto aiutano a correggere questo disturbo.

Astigmatismo: Questo disturbo è causato da una forma irregolare della cornea o della lente all’interno dell’occhio, che provoca una visione distorta degli oggetti a tutte le distanze. Gli occhiali o le lenti a contatto cilindriche sono spesso utilizzati per correggere l’astigmatismo.

  • Glaucoma

Il glaucoma è una malattia oculare caratterizzata da danni al nervo ottico, spesso associata a pressione intraoculare elevata. Ciò può portare a una perdita progressiva della visione periferica, spesso senza sintomi evidenti nelle fasi iniziali. Il glaucoma è una delle principali cause di cecità evitabile. Il trattamento mira a ridurre la pressione intraoculare attraverso farmaci, chirurgia o trattamenti laser.

  • Degenerazione maculare

La degenerazione maculare legata all’età (AMD) è una condizione che colpisce la macula, la parte della retina responsabile della visione centrale e dettagliata. Ci sono due tipi principali: la forma secca e la forma umida. La forma secca progredisce lentamente, mentre la forma umida può causare perdita rapida della vista. Una dieta ricca di antiossidanti, integratori vitaminici e trattamenti intravitreali sono opzioni di gestione.

 

Importanza della prevenzione

  • Esami oculistici regolari

Sottoporsi a esami oculistici regolari è essenziale per identificare tempestivamente eventuali problemi visivi. La prevenzione è più efficace quando accompagnata da controlli periodici.

  • Stile di vita salutare

Una dieta ricca di nutrienti come la vitamina A, C ed E, insieme a una corretta idratazione, può contribuire a mantenere la salute degli occhi. Ridurre l’esposizione prolungata agli schermi digitali è anch’essa parte di uno stile di vita oculare sano.

  • Protezione solare

Indossare occhiali da sole di buona qualità può proteggere gli occhi dai danni causati dai raggi UV. Questo è particolarmente importante per prevenire cataratta e degenerazione maculare.

 

Giornata Mondiale della Vista: visita oculistica

Vedi anche: Controllo della vista: come funziona e perché è importante farlo

In occasione della Giornata Mondiale della Vista, incoraggiamo tutti a prendersi cura della propria salute oculare con una visita oculistica. Un piccolo passo oggi può garantire uno sguardo luminoso per il futuro.

Maggiori informazioni?

Contattate ora il Centro Politerapico Polidiagnostico di Monza!

Macchie della pelle: cosa sono e quali sono i fattori di rischio

Macchie della pelle: cosa sono e quali sono i fattori di rischio | Centro Politerapico Polidiagnostico Monza

Le macchie della pelle sono una condizione comune che può interessare persone di tutte le età. A causa di vari fattori, infatti, la pelle può manifestare cambiamenti visibili sotto forma di macchie cutanee, ognuna con la sua causa specifica.

Queste macchie possono apparire innocue, ma talvolta possono essere indicative di condizioni più gravi, ed è quindi fondamentale capire cosa sono, quali rischi potrebbero comportare e come proteggere la tua pelle da potenziali complicazioni.

 

Cos’è una macchia della pelle

Le macchie della pelle sono cambiamenti visibili nella tonalità o nella texture della pelle. Possono manifestarsi in vari modi, tra cui lentiggini, melasma, macchie solari e altre. Queste macchie possono essere causate da diversi fattori, tra cui l’esposizione al sole, l’invecchiamento e condizioni della pelle.

 

Rischi delle macchie della pelle

Mentre molte macchie cutanee sono innocue e non rappresentano motivo di preoccupazione, è fondamentale essere consapevoli dei potenziali rischi associate a certe tipologie di macchie della pelle. Ecco alcuni aspetti da tenere in considerazione:

  • Rischio di cancro della pelle

Una delle principali preoccupazioni legate è il rischio di sviluppare il cancro della pelle, tra cui il carcinoma basocellulare, il carcinoma spinocellulare e il melanoma. Queste forme di cancro possono insorgere da lentiggini o nevi che cambiano forma, colore o dimensione. È fondamentale riconoscere i segni di allarme, come il cambiamento nella simmetria, i bordi irregolari, il colore non uniforme o il diametro superiore a 6 millimetri, e consultare immediatamente un dermatologo in caso di sospetto.

  • Impatto sull’estetica

Le macchie della pelle, anche se non cancerogene, possono avere un impatto sull’estetica e sulla fiducia in se stessi. Questo è particolarmente vero quando le macchie sono visibili in aree del corpo esposte al pubblico, come il viso o le mani. La consapevolezza di questo aspetto può influire sulla qualità della vita e sull’autostima delle persone colpite.

  • Possibili discomfort fisici

Alcune macchie della pelle possono essere accompagnate da discomfort fisici, come prurito, bruciore o irritazione. Questi sintomi possono essere fastidiosi e influire sulla qualità del sonno e sulla comodità quotidiana.

  • Difficoltà nella diagnosi precoce

Alcune macchie cutanee, come il melanoma, possono essere asintomatiche e non causare disagi fisici evidenti. Questo rende la diagnosi precoce ancora più critica, poiché alcune forme di cancro della pelle possono progredire rapidamente se non trattate tempestivamente.

 

Fattori di rischio

Le macchie della pelle possono verificarsi in qualsiasi momento della vita e possono colpire individui di tutte le età, ma ci sono alcuni fattori di rischio noti che possono aumentare la probabilità di svilupparle. Ecco un’analisi approfondita dei principali fattori di rischio:

  • Esposizione al sole

L’esposizione eccessiva ai raggi ultravioletti (UV) del sole è uno dei principali fattori di rischio per lo sviluppo di macchie della pelle. Le persone che trascorrono molto tempo all’aperto senza adeguata protezione solare sono più suscettibili alle macchie solari, al melasma e al danneggiamento cutaneo causato dal sole.

  • Predisposizione genetica

La genetica può svolgere un ruolo significativo nella suscettibilità alle macchie della pelle. Se hai familiari con una storia di macchie cutanee o cancro della pelle, potresti essere a maggior rischio.

  • Invecchiamento

Con l’invecchiamento, la pelle subisce cambiamenti naturali che possono aumentare la probabilità di sviluppare macchie cutanee. Questi cambiamenti includono una diminuzione della produzione di melanina, che protegge la pelle dai danni del sole, e una maggiore esposizione accumulata ai raggi UV nel corso degli anni.

  • Fototipo cutaneo

Il tuo tipo di pelle può influire sulla suscettibilità alle macchie. Le persone con fototipi cutanei più chiari sono generalmente più vulnerabili ai danni causati dal sole, mentre quelle con fototipi più scuri possono sviluppare più facilmente il melasma.

  • Uso di lettini abbronzanti

L’utilizzo di lettini abbronzanti o lampade UV artificiali può aumentare il rischio di danni cutanei, comprese le macchie della pelle. Questi dispositivi emettono raggi UV nocivi che possono danneggiare la pelle nel tempo.

  • Altre condizioni cutanee

Alcune condizioni cutanee preesistenti, come la cheratosi attinica (lesioni precancerose) e la dermatite seborroica, possono aumentare la probabilità di sviluppare macchie cutanee.

 

Quando consultare un dermatologo

La consulenza di un dermatologo è essenziale per valutare qualsiasi cambiamento sulla pelle. Cercare quindi il parere di un dermatologo è sempre consigliato per diagnosticare e gestire le macchie della pelle per tempo, e per togliersi ogni dubbio sulla propria salute. Presso il nostro centro disponiamo di specialisti qualificati e siamo attrezzati anche per eseguire terapie laser per la rimozione di nei e macchie della pelle.

 

Maggiori informazioni?

Contattate ora il Centro Politerapico Polidiagnostico di Monza!

Gambe gonfie con il caldo, cosa fare? I consigli del fisioterapista

Gambe gonfie con il caldo, cosa fare? I consigli del fisioterapista | Centro Politerapico Polidiagnostico Monza

Con l’arrivo delle calde giornate estive, molte persone possono sperimentare il fastidioso problema delle gambe gonfie. Questo fenomeno è spesso correlato all’affaticamento del sistema venoso, che può essere causato da diverse ragioni. Fortunatamente, ci sono consigli e rimedi che consentono di alleviare il disagio e migliorare la salute delle gambe.

Vediamo allora quali sono le cause delle gambe gonfie con il caldo e scopriremo come affrontare il problema con l’assistenza professionale di un fisioterapista.

Perché le gambe si gonfiano

Con il clima caldo, il nostro corpo tende a trattenere più liquidi, aumentando la pressione all’interno dei vasi sanguigni. Questo aumento della pressione può essere particolarmente evidente nelle gambe, poiché le vene sono responsabili di trasportare il sangue verso il cuore contro la forza di gravità.

Se il sistema venoso è affaticato o indebolito, il sangue può accumularsi nelle gambe, causando gonfiore ed edema.

Fare attività fisica

Il primo consiglio è quello di mantenere uno stile di vita attivo per migliorare la circolazione sanguigna nelle gambe. L’esercizio fisico regolare può aiutare a stimolare il flusso di sangue verso il cuore e ridurre il ristagno nelle vene. Attività come camminare, nuotare o praticare yoga possono essere particolarmente utili per migliorare la salute delle gambe e ridurre il gonfiore.

Alleviare la pressione con il movimento

Il fisioterapista può consigliare alcune tecniche di movimento che aiutano ad alleviare la pressione nelle gambe. Ad esempio, sollevare le gambe durante i momenti di riposo o mentre si dorme può favorire il ritorno del sangue al cuore e ridurre il gonfiore. Anche il movimento regolare delle caviglie e delle ginocchia mentre si è seduti o in piedi può aiutare a stimolare la circolazione.

Indossare indumenti a compressione

L’uso di indumenti a compressione, come calze o calzini specifici, può essere raccomandato dal fisioterapista per migliorare il flusso sanguigno nelle gambe gonfie. Questi indumenti applicano una pressione graduata sulle gambe, aiutando le vene a spingere il sangue verso l’alto e riducendo così il rischio di gonfiore e affaticamento del sistema venoso.

Gambe gonfie: evitare il caldo eccessivo

Mantenersi idratati e stare al fresco durante le giornate calde è essenziale per prevenire il peggioramento del gonfiore alle gambe: il fattore disidratazione è in particolare da tenere sotto controllo per le persone anziane, che con il caldo devono imparare a difendersi dai malesseri stagionali. Il fisioterapista può consigliare di evitare il caldo eccessivo, soprattutto nelle ore più calde della giornata, e cercare di rimanere in ambienti ben ventilati.

Massaggio terapeutico

Un altro utile consiglio del fisioterapista per le gambe gonfie è il massaggio terapeutico. Un massaggio mirato alle gambe può aiutare a stimolare la circolazione sanguigna, ridurre la tensione muscolare e alleviare il gonfiore. Questa tecnica può essere particolarmente benefica quando eseguita da un professionista esperto in terapia manuale.

 

Maggiori informazioni?

Contattate ora il Centro Politerapico Polidiagnostico di Monza!

Anziani e caldo estivo: consigli e segnali di allarme per la disidratazione

Anziani e caldo estivo: consigli e segnali di allarme per la disidratazione | Centro Politerapico Polidiagnostico Monza

Il caldo estivo può rappresentare una sfida per la salute degli anziani, che sono maggiormente vulnerabili agli effetti negativi delle alte temperature. Durante la stagione estiva, è importante prestare infatti particolare attenzione alla protezione e al benessere delle persone più avanti con l’età.

In questo articolo, esploreremo i motivi per cui gli anziani soffrono in modo particolare il caldo e i colpi di calore, oltre a fornire preziosi consigli su come tutelarli. Impareremo anche a riconoscere i segnali di disidratazione negli anziani e come fornire loro l’aiuto necessario.

Perché gli anziani sono più sensibili al caldo

Le caratteristiche di una persona anziana la rendono naturalmente più suscettibile ai rischi legati alle alte temperature. Con l’avanzare dell’età, il corpo umano perde gradualmente la capacità di regolare la temperatura interna. Di conseguenza, gli anziani potrebbero avere più difficoltà nel mantenere una temperatura corporea adeguata durante i periodi di caldo intenso.

Inoltre, possono avere una minore sensibilità alla sete, il che significa che potrebbero non bere a sufficienza per reidratarsi adeguatamente durante i giorni caldi. E con eventuali condizioni preesistenti quali malattie cardiache, diabete e ipertensione, le persone in età geriatrica possono essere più vulnerabili alle conseguenze negative del caldo estivo.

Riconoscere i segnali di disidratazione negli anziani

La disidratazione può essere pericolosa per gli anziani e può manifestarsi in modi diversi. Alcuni segnali comuni di disidratazione negli anziani includono:

  • Sete e secchezza delle fauci
  • Vertigini e confusione
  • Stanchezza e debolezza eccessive
  • Urine scure o in quantità ridotte
  • Crampi muscolari o spasmi
  • Mal di testa e sensazione di svenimento.

Come tutelare gli anziani dal caldo estivo

Per proteggere gli anziani durante la stagione estiva, ecco alcuni consigli utili:

  1. Assicurarsi che gli anziani bevano a sufficienza. Incoraggiarli a bere acqua regolarmente, anche se non avvertono sete. Tenere a portata di mano bottiglie d’acqua fresca e ricordare loro di bere frequentemente.
  2. Mantenere una temperatura interna adeguata. Assicurarsi che l’ambiente circostante sia fresco e ventilato. Utilizzare ventilatori, aria condizionata o tende oscuranti per ridurre la temperatura all’interno della casa.
  3. Vestirsi adeguatamente. Consigliare agli anziani di indossare abiti leggeri, traspiranti e di colore chiaro. Questi tipi di abbigliamento aiutano a mantenere una temperatura corporea più bassa.
  4. Evitare attività fisiche intense nelle ore più calde. Suggerire agli anziani di limitare le attività all’aperto durante le ore più calde della giornata e di svolgere eventuali attività fisiche leggere durante le ore più fresche, come al mattino presto o alla sera.
  5. Monitorare regolarmente lo stato di salute. Prestare attenzione ai segnali di disidratazione e consultare un medico se si sospetta che un anziano stia avendo problemi legati al caldo.

Un consiglio ulteriore è quello di prenotare una visita dal nutrizionista: ogni soggetto è infatti un caso a sé, e un piano alimentare adeguato alle proprie esigenze può aiutare ad affrontare i mesi estivi con più serenità e preparazione.

 

Maggiori informazioni?

Contattate ora il Centro Politerapico Polidiagnostico di Monza!

Salute della donna: consigli per una vita equilibrata

Salute della donna: consigli per una vita equilibrata | Centro Politerapico Polidiagnostico Monza

La salute della donna è un argomento di fondamentale importanza, poiché le donne affrontano sfide specifiche legate al loro benessere fisico e mentale. La cura adeguata della salute femminile richiede una combinazione di consapevolezza, prevenzione e assistenza medica specializzata, poiché oltre a patologie specifiche, il tema della salute femminile riguarda anche la conoscenza delle differenze in termini di sintomi e cure delle patologie in generale.

Di seguito esploreremo alcuni consigli medici essenziali per promuovere la salute delle donne e aiutarle a condurre una vita equilibrata.

 

Visite ginecologiche regolari

Una delle principali misure preventive per la salute delle donne è la visita regolare al ginecologo. Questo professionista medico specializzato può eseguire esami di routine, come il Pap test e l’esame pelvico, per la prevenzione e la diagnosi precoce di patologie ginecologiche, come il cancro cervicale.

Inoltre, il ginecologo può fornire consulenza sulla pianificazione familiare, la contraccezione e la gestione dei sintomi legati al ciclo mestruale.

 

Mantenere uno stile di vita sano

Adottare uno stile di vita sano è fondamentale per la salute delle donne. Ciò include una dieta equilibrata, ricca di frutta, verdura, cereali integrali e proteine magre. L’esercizio regolare, come camminare, correre o fare attività fisica, aiuta a mantenere il peso ideale e a migliorare la salute cardiaca. Evitare il fumo e l’eccessivo consumo di alcol è altrettanto importante per prevenire malattie croniche, come il cancro e le malattie cardiache.

 

Prendersi cura della salute mentale

La salute mentale è un aspetto cruciale del complesso della salute della donna. Dovrebbe essere data importanza al benessere emotivo e alla gestione dello stress. Pratiche come la meditazione, lo yoga o la terapia possono essere utili per affrontare l’ansia, la depressione o lo stress. Inoltre, è importante avere una rete di supporto solida e condividere le proprie preoccupazioni e i propri sentimenti con amici, familiari o psicologi qualificati.

 

Prevenzione delle malattie

Le donne devono adottare misure preventive per ridurre il rischio di malattie specifiche, come il cancro al seno e alle ovaie. L’autopalpazione regolare del seno e le mammografie periodiche sono fondamentali per la diagnosi precoce del cancro al seno. Per le donne a rischio elevato, la consulenza genetica e i test genetici possono essere raccomandati per valutare il rischio di sviluppare il cancro ovarico o al seno ereditario.

 

Salute della donna e gestione delle fasi della vita

Le donne affrontano diverse fasi nella vita, come l’adolescenza, la gravidanza, il parto e la menopausa. È importante ottenere l’assistenza medica adeguata in ogni fase. Durante la gravidanza, le visite prenatali regolari, una dieta bilanciata e gli esami diagnostici possono aiutare a garantire una gravidanza sana.

 

La menopausa può invece comportare cambiamenti fisici e ormonali significativi, quindi è essenziale consultare un medico per gestire i sintomi e discutere le opzioni terapeutiche, se necessario.

 

La salute della donna richiede attenzione, impegno e consapevolezza costanti. Seguire una routine di cura medica regolare, adottare uno stile di vita sano, prevenire le malattie e gestire la salute mentale sono aspetti cruciali per una vita equilibrata. Presso il Centro Politerapico Polidiagnostico di Monza abbiamo figure specializzate per la salute femminile, e per il benessere in generale.

Maggiori informazioni?

Contattate ora il Centro Politerapico Polidiagnostico di Monza!

Perdita di peso: quando non deve essere trascurata

Perdita di peso: quando non deve essere trascurata | Centro Politerapico Polidiagnostico Monza

Una perdita di peso eccessiva e improvvisa può essere un sintomo di problemi di salute anche di particolare gravità. Si parla di calo ponderale involontario, quando si accusa una perdita oltre i 5kg circa nel breve periodo, conseguente a disturbi legati alla sfera fisica oppure psichica.

Accade infatti che, per una (o più) delle condizioni che andremo a vedere di seguito, il soggetto accusi una perdita dell’appetito e/o una difficoltà nell’assorbimento delle calorie e dei nutrienti, dove la seconda delle ipotesi può essere anche associata a un aumento dell’appetito.

La valutazione di partenza, che è sempre consigliabile lasciare effettuare a un medico di base, dovrà tenere conto anche della presenza dei seguenti sintomi, che spesso accompagnano le perdite di peso:

  • respiro affannoso
  • tosse ed emottisi
  • febbre
  • sudorazione notturna
  • aumento della sete
  • aumento della minzione
  • cefalee
  • disturbi della mandibola e della masticazione
  • nuovi disturbi della vista

 

Perdita di peso improvvisa

La perdita di peso più improvvisa può essere indicativa di problemi di salute come l’iperattività della tiroide, il diabete non diagnosticato o l’infezione da HIV.

Quando ciò si verifica senza alcuna modifica nelle abitudini alimentari o nell’attività fisica, è utile consultare un medico per un controllo completo.

 

Problemi digestivi

Se la perdita di peso è accompagnata da sintomi gastrointestinali come diarrea persistente, nausea o vomito, potrebbe essere un segnale di un disturbo digestivo sottostante, come la malattia celiaca, l’infiammazione intestinale o il cancro al tratto digestivo.

 

Cambiamenti nello stato emotivo

La perdita di peso può essere un sintomo di problemi di salute mentale come la depressione o l’ansia. Lo stress cronico e i disturbi dell’alimentazione possono influire negativamente sull’appetito e sulla capacità di mantenere un peso sano.

Se si riscontra una perdita di peso significativa e ti senti emotivamente instabile, è consigliabile consultare un professionista della salute mentale per ottenere supporto.

 

Affaticamento cronico

Se la perdita di peso è accompagnata da un senso persistente di affaticamento, potrebbe essere un segnale di problemi come l’insufficienza renale, l’insufficienza cardiaca o la malattia di Lyme. Questi disturbi possono influire sul metabolismo del corpo e causare una rapida perdita di peso insieme all’affaticamento cronico.

 

Problemi endocrini

Le disfunzioni della ghiandola tiroidea o delle ghiandole surrenali possono portare a una rapida perdita di peso. Un’eccessiva attività della tiroide, nota come ipertiroidismo, può accelerare il metabolismo e causare una rapida perdita di peso. Al contrario, un’attività insufficiente della tiroide, chiamata ipotiroidismo, può rallentare il metabolismo e portare a una perdita di peso non intenzionale.

Le ghiandole surrenali, che producono ormoni come il cortisolo, possono influenzare anche il peso corporeo. Una produzione eccessiva di cortisolo, spesso associata a condizioni come la sindrome di Cushing, può causare una redistribuzione del grasso corporeo e una perdita di massa muscolare, con conseguente perdita di peso. Inoltre, alcune malattie autoimmuni, come l’insufficienza surrenalica, possono interferire con il normale equilibrio ormonale e portare a una riduzione di peso.

Maggiori informazioni? Contattate ora il Centro Politerapico Polidiagnostico di Monza!

Malattie cardiache: come prevenirle e quali visite effettuare

Malattie cardiache: come prevenirle e quali visite effettuare | Centro Politerapico Polidiagnostico Monza

Le malattie cardiache rappresentano una delle principali cause di morte nel mondo e in Italia, ma sono al contempo anche quelle per le quali è possibile fare maggiore prevenzione, come affermato da una recente statistica dell’Eurostat. La chiave per un cuore sano è adottare uno stile di vita salutare e sottoporsi a visite preventive regolari. 

Di seguito vediamo quali sono le più comuni malattie cardiache, come prevenirle e quali visite di controllo è importante effettuare per mantenere il cuore in buona salute.

Malattie cardiache comuni

Le malattie cardiache possono assumere diverse forme e manifestarsi in modi diversi. Queste le più frequenti:

Malattia coronarica: è caratterizzata dalla formazione di placche nelle arterie coronarie, che forniscono sangue e ossigeno al cuore. Queste placche possono restringere le arterie e limitare il flusso sanguigno al cuore, causando dolore al petto (angina) e, in alcuni casi, un blocco completo delle arterie (infarto del miocardio).

Infarto del miocardio: comunemente noto come attacco di cuore, l’infarto del miocardio si verifica quando il flusso sanguigno verso una parte del muscolo cardiaco viene interrotto. Questo può causare danni permanenti al tessuto cardiaco e può essere fatale.

Insufficienza cardiaca: si verifica quando il cuore non pompa efficacemente il sangue in tutto il corpo. Può essere causata da diverse condizioni, come la malattia coronarica, l’ipertensione arteriosa o le malattie delle valvole cardiache. I sintomi includono affaticamento, gonfiore delle gambe e mancanza di respiro.

Aritmie: le aritmie sono disturbi del ritmo cardiaco. Possono manifestarsi come battiti cardiaci irregolari, accelerati o rallentati. Alcune aritmie possono essere innocue, mentre altre possono essere gravi e richiedere trattamento medico.

Malattie delle valvole cardiache: le valvole cardiache regolano il flusso di sangue attraverso il cuore. Le malattie delle valvole cardiache possono riguardare il restringimento delle valvole (stenosi) o la loro perdita di funzionalità (insufficienza). Ciò può causare un’alterazione del flusso sanguigno e sintomi come affaticamento, mancanza di respiro e gonfiore delle gambe.

Cardiomiopatia: è una condizione in cui il muscolo cardiaco diventa rigido, ispessito o debilitato. Ciò può influire sulla capacità del cuore di pompare sangue in modo efficiente e può portare a sintomi come affaticamento, palpitazioni e mancanza di respiro.

Prevenzione

La prevenzione delle malattie cardiache inizia con uno stile di vita sano. Il primo accorgimento è senza dubbio un’alimentazione equilibrata, ricca di frutta, verdura, cereali integrali e proteine magre, evitando invece cibi ad alto contenuto di grassi saturi e transgenici, zuccheri aggiunti e sale in eccesso. Al contempo, è molto utile impegnarsi a fare esercizio fisico regolarmente; si consigliano almeno 150 minuti alla settimana di attività fisica moderata, come una camminata veloce, jogging e nuoto. Ciò contribuirà al controllo del peso, uno dei fattori chiave nel campo delle malattie cardiache.

Altri comportamenti correttivi essenziali sono lo smettere di fumare, pratica che aumenta notevolmente il rischio di malattie cardiache, e una migliore gestione dello stress, che quando è cronico può influire negativamente sulla salute del cuore; alcuni modi sani per gestirlo possono essere la mindfulness, lo yoga o l’attività fisica in generale.

Visite preventive

Oltre ad adottare uno stile di vita salutare, è essenziale sottoporsi a visite preventive regolari per monitorare la salute del cuore. Ecco alcune visite che bisogna considerare:

Visita dal medico di base: programma una visita regolare con il tuo medico di base. Durante questa visita, verranno valutati i fattori di rischio per le malattie cardiache, come la pressione sanguigna, il colesterolo e il diabete. Il medico potrebbe anche consigliare esami di laboratorio specifici per valutare la tua salute cardiovascolare.

Controllo della pressione sanguigna: la pressione sanguigna elevata è un fattore di rischio significativo per le malattie cardiache. Assicurati di controllare regolarmente la tua pressione sanguigna e di lavorare con il tuo medico per mantenerla sotto controllo.

Esami del sangue: alcuni esami del sangue possono aiutare a valutare il rischio di malattie cardiache. Misurare i livelli di colesterolo totale, colesterolo HDL, colesterolo LDL e trigliceridi può fornire indicazioni sullo stato di salute del cuore.

Elettrocardiogramma (ECG): un ECG registra l’attività elettrica del cuore. Può essere utilizzato per identificare anomalie nel ritmo cardiaco o segni di danni al cuore.

Ecocardiogramma: un ecocardiogramma utilizza ultrasuoni per creare un’immagine del cuore. Questa procedura può rilevare anomalie strutturali o funzionali del cuore.

 

Maggiori informazioni? Contattate ora il Centro Politerapico Polidiagnostico di Monza!

Ernie: che cosa sono, sintomi e come diagnosticarle

Ernie: che cosa sono, sintomi e come diagnosticarle | Centro Politerapico Polidiagnostico Monza

Le ernie rappresentano un problema molto comune, che colpisce un gran numero di persone di tutte le età. Di seguito presentiamo una veloce panoramica sulle ernie, i sintomi generali e i loro metodi di diagnosi.

 

Cos’è un’ernia?

Un’ernia è una condizione medica in cui un organo o un tessuto del corpo spinge attraverso un’apertura debole o una maggiore resistenza di una parete muscolare circostante, creando sacche o protuberanze. Possono formarsi in diverse parti del corpo, ma sono più comuni nella parete addominale, nella zona inguinale e nella zona ombelicale. Le ernie possono causare dolore, disagio e altri sintomi e possono richiedere un intervento chirurgico per la correzione.

 

Tipologie

Esistono diverse tipologie di ernie, tra cui:

Ernia inguinale: la più comune, si verifica quando un segmento dell’intestino tenue spinge attraverso un’apertura debole nella parete addominale anteriore.

Ernia femorale: simile all’ernia inguinale, ma si verifica vicino alla coscia.

Ernia ombelicale: si verifica quando una porzione dell’intestino spinge attraverso un’apertura vicino all’ombelico.

Ernia ventrale: si verifica quando l’intestino spinge attraverso una zona debole della parete addominale.

Ernia diaframmatica: si verifica quando una parte dello stomaco spinge attraverso il diaframma nella cavità toracica.

 

Sintomi

I sintomi dell’ernia possono variare in base alla tipologia e alla gravità del problema. I sintomi comuni includono:

  • dolore
  • gonfiore
  • sensazione di pesantezza
  • difficoltà a deglutire
  • nausea
  • vomito
  • difficoltà a respirare

 

Diagnosi

Le ernie vengono diagnosticate attraverso una combinazione di esami fisici e strumentali

Durante l’esame fisico, il medico esaminerà l’area interessata per vedere se c’è una protuberanza o un rigonfiamento anomalo. Può anche chiedere al paziente di tossire o di sforzare l’area interessata per vedere se l’ernia diventa più grande o più prominente.

Altri test che possono essere eseguiti includono l’ecografia, la tomografia computerizzata (TC) o la risonanza magnetica (RM). Questi esami strumentali possono aiutare a confermare la presenza di un’ernia e a determinare la sua posizione e la sua estensione.

In alcuni casi, potrebbe essere necessario eseguire un’endoscopia per valutare l’entità dell’ernia.

In ogni caso, la diagnosi delle ernie è affidata al medico, che determinerà il percorso di trattamento più appropriato.

 

Trattamento

Il trattamento dell’ernia dipende dalla tipologia e dalla gravità del problema. In alcuni casi, l’intervento chirurgico può essere necessario per riparare la parete muscolare e prevenire ulteriori protrusioni dell’organo o del tessuto.

Le ernie possono essere trattate in diversi modi, a seconda della loro gravità e della localizzazione.

Monitoraggio: alcune ernie possono essere monitorate nel tempo con controlli regolari per verificare se peggiorano o causano sintomi.

Indossare una cintura erniaria: una cintura herniaria può aiutare a sostenere l’ernia e a ridurre il dolore.

Terapia fisica: esercizi specifici possono aiutare a rafforzare i muscoli dell’addome e della schiena per migliorare la postura e la stabilità.

Farmaci: farmaci analgesici possono essere utilizzati per ridurre il dolore associato all’ernia.

Chirurgia: se l’ernia è grave o causa sintomi significativi, può essere necessario un intervento chirurgico per riparare l’ernia. Questo può essere fatto con un’incisione tradizionale o con tecniche mininvasive come la laparoscopia.

La scelta del trattamento dipende dalla gravità e dalla localizzazione dell’ernia, nonché dalle condizioni di salute individuali.


Maggiori informazioni? Contattate ora il Centro Politerapico Polidiagnostico di Monza!

Problemi del sistema muscolo-scheletrico e nervoso: quando rivolgersi a un fisioterapista

Problemi del sistema muscolo-scheletrico e nervoso: quando rivolgersi a un fisioterapista | Centro Politerapico Polidiagnostico Monza

Quando si ha a che fare con problemi del sistema muscolo-scheletrico e il sistema nervoso, la fisioterapia è molto spesso la soluzione indicata per trattare la propria condizione. Il fisioterapista si occupa infatti della prevenzione, della diagnosi e del trattamento delle malattie, delle disfunzioni e delle lesioni di questi apparati dell’organismo, focalizzandosi in particolar modo sulle aree interessate dal dolore.

Individuare lo specialista più indicato per i propri disturbi non è però sempre semplice: in un articolo precedente, ad esempio, abbiamo parlato anche di quando rivolgersi a un ortopedico.

 

Problemi del sistema muscolo-scheletrico e il sistema nervoso: quando è necessaria la fisioterapia?

Le sedute di fisioterapia possono rendersi necessarie  in molte situazioni, come quelle riportate qui di seguito:

  • Dolori articolari: il dolore alle articolazioni può essere causato da diverse patologie come l’artrite, l’artrosi, la tendinite o la borsite. Un fisioterapista può aiutare a ridurre il dolore e a migliorare la mobilità articolare attraverso esercizi specifici e tecniche di mobilizzazione.
  • Lesioni sportive: gli sportivi sono soggetti a lesioni muscolari, tendinee e articolari a causa degli sforzi a cui sottopongono il proprio corpo. Il fisioterapista può aiutare nella riabilitazione post-lesione, aiutando il paziente a recuperare la funzionalità dell’arto o dell’area colpita.
  • Dolore alla schiena: il mal di schiena è una delle patologie più comuni al mondo, e può essere causato da diverse situazioni come la postura scorretta, la sedentarietà o lo stress. Il fisioterapista può aiutare a ridurre il dolore e a migliorare la postura attraverso esercizi specifici e terapie manuali.

Ma al contempo, il ruolo del fisioterapista può divenire un supporto essenziale nel recupero da problemi di carattere ortopedico, respiratorio, neurologico, cardiocircolatorio e genito-urinario, oltre che ad accompagnare le terapie motorie per la terza età.

 

Fisioterapia: come viene prescritta?

La fisioterapia può essere prescritta a seguito di una visita fisiatrica, in cui il paziente viene interrogato sulla sua storia clinica e le sue condizioni fisiche attuali.

Questa visita si articola in diverse fasi:

  • Anamnesi: la prima fase della visita consiste in una conversazione tra il fisiatra e il paziente, durante la quale vengono raccolte informazioni sulla patologia, sulle condizioni di salute del paziente e sulla sua storia clinica.
  • Esame obiettivo: durante l’esame obiettivo il fisiatra effettua una serie di test fisici e valuta la resistenza muscolare, la flessibilità articolare e la coordinazione motoria del paziente.
  • Diagnosi: sulla base delle informazioni raccolte durante la visita, il fisiatra effettua una diagnosi e stabilisce un piano di trattamento personalizzato per il paziente.
  • Trattamento: il trattamento può consistere in diverse tecniche fisioterapiche come la terapia manuale, la ginnastica terapeutica o la terapia fisica, a seconda della patologia e delle condizioni del paziente.

 

Sedute fisioterapiche: come si svolgono?

La fisioterapia mira quindi a ridurre il dolore e migliorare la funzionalità muscolare e articolare del paziente, in un processo graduale che richiede la partecipazione attiva del paziente stesso. 

Durante le sessioni di fisioterapia vengono svolti dei trattamenti personalizzati per il paziente, che possono includere esercizi terapeutici, manipolazione articolare, massaggi, terapia manuale, elettroterapia, onde d’urto e/o terapia laser

Il fisioterapista si occupa nel mentre di monitorare costantemente il progresso del paziente, regolando il piano di trattamento di conseguenza, al fine di ottenere il massimo beneficio e miglioramento del paziente. 

 

Accusate problemi del sistema muscolo-scheletrico e nervoso e volete prenotare una visita fisiatrica, o necessitate di effettuare sedute di fisioterapia? Contattate ora il Centro Politerapico Polidiagnostico di Monza!

Allergie: cosa sono, come si manifestano e come prevenirle

Allergie: cosa sono, come si manifestano e come prevenirle | Centro Politerapico Polidiagnostico Monza

Le allergie rappresentano una condizione sempre più diffusa nella popolazione, che colpisce molte persone in tutto il mondo. Si tratta di una risposta del sistema immunitario a sostanze esterne, come polline, polvere, peli di animali, alimenti e altri allergeni. Il sistema immunitario produce anticorpi contro queste sostanze e provoca una serie di sintomi fastidiosi, come starnuti, prurito, eruzioni cutanee, difficoltà respiratorie, gonfiore e altri disturbi.

Cause delle allergie

Le cause di questa reazione anomala del sistema immunitario sono finora state individuate in alcuni fattori chiave.

Innanzitutto, la predisposizione genetica può essere un fattore di rischio per le allergie. Se uno o entrambi i genitori sono allergici, il figlio ha maggiori probabilità di sviluppare allergie, anche se non è comunque possibile prevederlo con certezza.

In secondo luogo, l’esposizione ripetuta a un allergene può aumentare la probabilità di sviluppare un’allergia. Ad esempio, se una persona viene esposta regolarmente al polline di una determinata pianta, può sviluppare una sensibilità a quell’allergene e manifestare i sintomi della febbre da fieno.

Inoltre, alcune condizioni ambientali possono aumentare la probabilità di sviluppare allergie; come l’inquinamento atmosferico, che può irritare le vie respiratorie e aumentare la sensibilità a sostanze come gli acari della polvere o la muffa. Vi sono poi alcuni fattori riguardanti il proprio stile di vita, come l’esposizione al fumo di sigaretta, che possono influire sullo sviluppo delle allergie, mentre una dieta ricca di frutta e verdura può avere un effetto protettivo.

Sintomi

I sintomi possono variare notevolmente da persona a persona e possono dipendere dal tipo di allergene che scatena la reazione allergica. In generale, possono includere:

  • Prurito
  • Starnuti
  • Congestione nasale
  • Secrezione nasale
  • Tosse
  • Respiro sibilante
  • Prurito e gonfiore degli occhi
  • Rash cutaneo
  • Dolore addominale
  • Anafilassi

Trattamento

Il trattamento delle allergie dipende dal tipo e dalla gravità dei sintomi. In generale, ci sono diversi approcci che possono essere utilizzati per il trattamento delle allergie.

  • Evitare l’allergene: la prima cosa da fare per il trattamento delle allergie è evitare l’allergene responsabile della reazione allergica. Ad esempio, se si ha un’allergia al polline, si dovrebbe evitare di uscire durante i periodi in cui la concentrazione di polline è più alta. Se si ha un’allergia alimentare, si dovrebbe evitare di mangiare il cibo che la provoca.

 

  • Farmaci antiallergici: ci sono diversi farmaci antiallergici che possono essere utilizzati per alleviare i sintomi delle allergie. Alcuni dei farmaci più comuni includono gli antistaminici, i corticosteroidi, i decongestionanti e gli antileucotrieni. Gli antistaminici sono efficaci nel ridurre il prurito e la congestione nasale, mentre i corticosteroidi possono ridurre l’infiammazione delle vie respiratorie.

 

  • Immunoterapia: l’immunoterapia è un trattamento che viene utilizzato per alleviare i sintomi delle allergie a lungo termine. Questo trattamento coinvolge l’iniezione di dosi crescenti di allergene nel corpo per far sì che il sistema immunitario si abitui gradualmente all’allergene e smetta di reagire ad esso.

 

  • Rimedi naturali: ci sono diversi rimedi naturali che possono essere utilizzati per alleviare i sintomi delle allergie. Alcuni di questi includono l’utilizzo di oli essenziali, il consumo di miele locale, l’utilizzo di aceto di mele e il consumo di vitamine e minerali come la vitamina C e il magnesio.

Test allergici

Il primo passo è determinare a cosa si è allergici. Per fare ciò, si possono effettuare dei test per rilevare le allergie: il prick test, il patch test, il RAST test, la spirometria e il test di brocoreversibilità con farmaco. Il Centro Politerapico Polidiagnostico di Monza offre questi servizi per la diagnosi e il trattamento delle allergie, associati laddove necessario a una consulenza nutrizionale. La nostra équipe di specialisti è in grado di individuare le cause delle vostre allergie e di consigliarti il trattamento più adatto per voi.

Contattateci per maggiori informazioni.

Prevenzione del tumore al seno: mammografia e consigli utili

Prevenzione del tumore al seno: mammografia e consigli utili | Centro Politerapico Polidiagnostico Monza

Il tumore al seno è una patologia che colpisce ancora molte donne: infatti, secondo i dati 2020 dell’Associazione italiana registri tumori (AIRTUM) e dall’Associazione italiana di oncologia medica (AIOM), continua a essere la forma di cancro più comune in Italia. Nel corso di un anno sono state effettuate 54.976 nuove diagnosi, rappresentando il 30,3% di tutti i tumori che colpiscono le donne e il 14,6% di tutte le diagnosi di tumore in Italia. 

Nonostante l’incidenza della malattia stia aumentando, soprattutto tra le donne più giovani, la mortalità è fortunatamente in diminuzione, con una riduzione del 6% tra il 2015 e il 2020. 

In questo articolo, vedremo insieme alcune tecniche e consigli utili per la prevenzione del tumore al seno.

 

Fattori di rischio

È importante innanzitutto considerare alcuni fattori di rischio per il tumore al seno:

  • Familiarità. Le donne con parenti di primo grado affetti da tumore al seno hanno un rischio maggiore di sviluppare la patologia.
  • Età avanzata. Il rischio aumenta con l’età, soprattutto dopo i 50 anni.
  • Genetica. Possono influire alcune mutazioni genetiche ereditarie, come quelle dei geni BRCA1 e BRCA2.
  • Storia personale. Le donne che hanno già avuto un tumore in passato hanno un rischio maggiore di sviluppare nuovi tumori.
  • Menopausa tardiva. Le donne che entrano in menopausa dopo i 55 anni hanno un rischio maggiore.
  • Terapia ormonale sostitutiva (TOS). L’assunzione di TOS per la terapia dei sintomi della menopausa può aumentare il rischio di tumore al seno.
  • Alcol. Il consumo di alcol è associato a un maggiore livello di rischio.
  • Obesità. Le donne in sovrappeso o obese hanno un rischio maggiore di sviluppare queste patologie.
  • Prima mestruazione precoce. Rientra tra i rischi anche una prima mestruazione avvenuta prima dei 12 anni.
  • Mancanza di attività fisica: l’attività fisica regolare può aiutare a ridurre il rischio di sviluppare tumore al seno.

 

In caso di fattori di rischio, è consigliabile parlare con il proprio medico curante per un programma di screening personalizzato.

 

Stile di vita sano

Adottare uno stile di vita sano è la base per la prevenzione di ogni forma tumorale. Una dieta equilibrata, l’esercizio fisico regolare e l’evitare alcol e fumo di sigaretta possono ridurre il rischio di sviluppare il cancro al seno. In particolare, una dieta ricca di frutta e verdura può aiutare a prevenire l’insorgere di diverse patologie, compreso il tumore al seno.

 

Palpazione e osservazione del seno

La palpazione regolare del seno è un’importante abitudine da adottare per prevenire il tumore al seno. Questo accorgimento consente di individuare eventuali noduli o masse, anche se piccole, che potrebbero segnalare l’insorgere di un tumore. La palpazione può essere eseguita in modo autonomo, ma è sempre consigliabile parlare con il proprio medico curante per una corretta esecuzione.

Oltre alla palpazione, è importante osservare il proprio seno alla ricerca di cambiamenti di colore, forma o dimensioni. Questa abitudine consente di individuare eventuali anomalie in modo ancora più precoce rispetto alla palpazione. In caso di anomalie o cambiamenti sospetti, è consigliabile consultare il proprio medico curante.

 

Mammografia

La mammografia è un esame di screening che viene utilizzato per individuare precocemente il tumore al seno. Si tratta di una radiografia che viene effettuata su entrambi i seni, in cui il tessuto mammaria viene compresso tra due piatti per ottenere immagini chiare e dettagliate. 

L’esame può individuare la presenza di eventuali masse o calcificazioni che potrebbero essere indicative della presenza di un tumore al seno, anche prima che siano avvertite al tatto o visibili all’occhio nudo. La mammografia è raccomandata come esame di screening per le donne sopra i 50 anni, ma può essere utilizzata anche in donne più giovani o in presenza di fattori di rischio elevati. 

È importante sottolineare che la mammografia non è un esame perfetto e può dare luogo a falsi positivi o falsi negativi, motivo per cui spesso può essere associata ad altri test di imaging o ad esami clinici per confermare o escludere eventuali sospetti. 

In ogni caso, la mammografia rimane uno strumento di assoluta importanza per la prevenzione e la diagnosi precoce del tumore al seno.

 

 

Potete contattare il Centro Politerapico Polidiagnostico di Monza per effettuare una mammografia con i nostri specialisti.

Patologie del sistema venoso e linfatico – arti inferiori: quali sono?

Patologie del sistema venoso e linfatico - arti inferiori: quali sono? | Centro Politerapico Polidiagnostico Monza

Il sistema vascolare e linfatico, che si occupa del trasporto dei fluidi e della risposta immunitaria, è uno dei più complessi dell’organismo umano, ed è soggetto a differenti patologie che colpiscono i vasi sanguigni così come i suoi organi.

A seconda della condizione riscontrata, il paziente viene sottoposto a esame da specialisti differenti come il cardiologo e l’angiologo, ma non solo.

Di seguito andiamo ad elencare le principali patologie del sistema venoso e linfatico che colpiscono gli arti inferiori, e i sintomi dai quali è possibile riconoscerle.

Edemi, linfedemi e lipedemi

Con il termine edema si intende un generale gonfiore di una zona del corpo, che il più delle volte è proprio degli arti inferiori. Quelli di tipo fisiologico sono transitori, in quanto compaiono ad esempio in gravidanza o quando si rimane in piedi per periodi prolungati, e si risolvono spontaneamente; vi sono poi edemi che è più difficile fare regredire, in quanto appartengono a persone con mobilità ridotta.

Il linfedema è un accumulo di liquido linfatico nel tessuto sottocutaneo nei distretti dell’organismo. Questo avviene quando la capacità del sistema di trasportare linfa viene superata dall’accumulo di liquido ricco di proteine nell’interstizio e nel tessuto fibro-adiposo. Ciò può essere dato da anomalie congenite (linfedema primario) o da una disfunzione acquisita da determinate patologie o interventi chirurgici (linfedema secondario). Si tratta di una condizione cronica, progressiva e irreversibile, la quale può essere trattata con terapie chirurgiche, farmacologiche o con il linfodrenaggio.

Il lipedema è infine un accumulo di adipe fuori dalla norma, tipico del sesso femminile e localizzato in particolar modo su caviglie, cosce e fianchi. Presumibilmente correlato a questioni genetiche, può portare dolore e gravi problemi motori, e può essere attenuato solo tramite una diagnosi precoce e il ricorso all’intervento chirurgico di liposuzione.

Patologie del sistema venoso e linfatico: vene varicose

Dette anche varici, sono una patologia che porta alla dilatazione delle vene degli arti inferiori, condizione della malattia del sistema venoso superficiale che si manifesta su chi lavora in luoghi caldi o assume prolungate posizioni in piedi; esiste una predisposizione familiare. Vengono colpite la vena grande, la vena piccola safena e rami collaterali, che formano grappoli di vene dilatate e portano gonfiore, tensioni, pesantezza e dolori.

Si curano prevalentemente con terapia laser, ma anche tramite terapia medica e con l’utilizzo di calze elastiche.

Trombosi venose

Sono le formazioni di trombi all’interno della circolazione venosa profonda (TVP) o della circolazione venosa superficiale (TVS).

La TVP interessa maggiormente gli arti inferiori; un trombo non individuato immediatamente può risalire fino all’addome e portare all’embolia polmonare laddove un trombo dovesse staccarsi e raggiungere i polmoni. Può avvenire a seguito di fratture, interventi chirurgici, assunzione di anticoncezionali, malattie oncologiche, tromboflebiti o ancora alterazioni della coagulazione di origine genetica. Si hanno come sintomi l’edema alla gamba, arrossamento della pelle, dolore e difficoltà motoria. La terapia è con calze elastiche e anticoagulanti. Una TVP non curata porta alla cosiddetta sindrome post-trombotica.

LA TVS interessa invece le vene varicose, la piccola safena e la grande safena. Ha come sintomatologia l’arrossamento dei vasi, dolore, infiammazioni e formazioni di indurimento delle vene. La terapia è con calze elastiche, anticoagulanti e chirurgica.

Le diagnosi per entrambe le condizioni vengono eseguite con Ecocolordoppler.

Potete contattare il Centro Politerapico Polidiagnostico di Monza per effettuare una visita del sistema venoso e linfatico con i nostri specialisti.

Mal di gola: come riconoscere quello virale e quello batterico

Mal di gola: come riconoscere quello virale e quello batterico | Centro Politerapico Polidiagnostico Monza

Con l’abbassarsi delle temperature cresce il verificarsi delle faringiti, più comunemente conosciute come mal di gola. Questo non per una diretta correlazione con il freddo, ma piuttosto perché con un continuo passaggio da ambienti a temperatura differente aumentano le condizioni in cui il nostro sistema immunitario può abbassare la guardia ed essere soggetto all’attacco di virus e batteri, e sviluppare quindi tutti i vari sintomi influenzali.

Di seguito vedremo come è possibile riconoscere un mal di gola virale da uno batterico, in modo da approcciarsi correttamente al trattamento dei disturbi e meglio interfacciarsi, quando serve, con uno specialista.

Faringiti virali e batteriche

Le infezioni virali sono la prima causa del mal di gola, che molto spesso è quindi sintomo di raffreddore e virus influenzali; in questi casi la faringite è una condizione passeggera, che può essere trattata con FANS, spray per la gola, pastiglie balsamiche.

Un mal di gola frequente può essere invece sintomo di un’infezione di tipo batterico, le quali possono avere molte cause, quali il contagio aereo o da oggetti contaminati di batteri quali anche lo streptococco. In questi casi, si ha un coinvolgimento di gola e talvolta anche tonsille, mentre i polmoni vengono raggiunti di rado.

Bisogna poi includere nel discorso una serie di cause non dipendenti da infezione, quali sforzi vocali e l’esposizione ad agenti irritanti (fumo, smog, aria condizionata, reflusso gastroesofageo).

Tosse

La tosse è un sintomo che si associa sovente al mal di gola, in particolar modo quando questo è di origine virale e dovuto al virus del raffreddore (rhinovirus). Con il raffreddore, la tosse può presentarsi sia grassa che secca, in associazione a sintomi tipici quali starnuti ripetuti, naso chiuso o che cola, occhi arrossati o lacrimanti.

Allo stesso tempo, in caso di mal di gola la tosse è un sintomo da prendere in considerazione per valutare l’eventualità di una infezione batterica da streptococco: l’assenza di tosse è infatti un fattore che incrementa le probabilità di aver contratto questo tipo di infezione. È probabile aver contratto lo streptococco quando si ottiene un punteggio uguale o superiore a 2 nel conteggio delle seguenti condizioni:

  • febbre sopra i 38° (+1)
  • linfonodi del collo gonfi e doloranti al tatto (+1)
  • tosse assente (+1)
  • tonsille gonfie / con placche (+1)
  • età sopra i 45 anni (-1)

Con un punteggio totale di almeno 2, è bene rivolgersi a un medico.

Cali di voce

Una comune faringite non provoca generalmente un calo della voce, sintomo invece tipico della laringite. Il discorso può cambiare invece quando il mal di gola è originato da una tonsillite, la quale può dipendere sia da infezioni batteriche che virali. In questo caso infatti il gonfiore accusato dalle tonsille, le quali sovente presentano anche placche biancastre, può alterare la voce.

La tonsillite viene curata con antibiotici quando causata da infezione batterica, mentre in caso di infezione virale dovrà semplicemente fare il suo corso. Una tonsillite che ricompare di frequenza può invece portare il medico a consigliare la rimozione chirurgica delle tonsille.

Visita otorinolaringoiatrica: quando effettuarla

Quando non si riesce a fare luce sulle cause di un mal di gola persistente o che si ripresenta spesso nel tempo, o ancora, i sintomi non sembrano associabili a nessuna condizione in particolare, è bene rivolgersi a un otorinolaringoiatra.

La visita otorinolaringoiatrica può infatti diagnosticare, oltre alle patologie di naso e orecchio:

  • faringiti
  • laringiti
  • patologie delle ghiandole salivari
  • tumori del collo

Volete prenotare una visita otorinolaringoiatrica? Contattate ora il Centro Politerapico Polidiagnostico di Monza!

Come prevenire l’osteopenia ed evitare che degeneri in osteoporosi

Come prevenire l’osteopenia ed evitare che degeneri in osteoporosi

La prevenzione dell’osteopenia è una misura utile e consigliata a tutti i soggetti predisposti a sviluppare questa condizione legata alla riduzione della densità minerale ossea (BMD), un valore che indica la quantità di minerali per centimetro cubo presente nell’osso, e quindi strettamente correlata alla salute dello stesso. Prevenire e rilevare la patologia consente infatti di conservare un’ossatura forte e ridurre i rischi di frattura che aumentano inevitabilmente con l’insorgere dell’osteopenia, oltre a evitare la degenerazione della stessa in osteoporosi, ovvero una forma più grave.

Osteopenia: prevenzione e fattori di rischio

Vi sono più fattori di rischio per lo sviluppo dell’osteopenia, ed essendo alcuni di questi inevitabili, è bene conoscere quelli su cui è possibile intervenire per contrastare la perdita di densità ossea. Nello specifico, sono stati individuate le seguenti cause:

  • Invecchiamento;
  • Riduzioni ormonali (testosterone per gli uomini, estrogeni per le donne);
  • Predisposizione genetica;
  • Fumo e alcol;
  • Problemi di alimentazione;
  • Sedentarietà.

Da un’analisi dei fattori esposti, si può evincere in autonomia come uno stile di vita sano, comprendente quindi una corretta alimentazione e un’attività fisica quotidiana, siano indispensabili per conservare la salute delle ossa. Allo stesso tempo, è necessario controllare anche i valori della vitamina D, un nutriente importante anche per la salute del colon-retto che può essere trovato in alimenti quali formaggi grassi e pesci quali tonno, salmone e sgombro, e prevedere eventualmente un’integrazione tramite supplementi. Essenziale poi è anche l’apporto di calcio, componente fondamentale delle ossa. Eventualmente, a seguito di una visita dall’endocrinologo potranno essere prescritti appositi farmaci per contenere l’avanzare della patologia.

Sintomatologia e diagnosi dell’osteopenia

La difficoltà di una diagnosi tempestiva dell’osteopenia è data dal fatto che in una fase iniziale il quadro clinico risulta privo di sintomi evidenti, pertanto è difficile accorgersi per tempo della presenza di questa condizione. Nel tempo, possono invece insorgere fratture ossee, con maggiore frequenza per la spina dorsale, eventualmente precedute da osteoalgia.

Ad oggi, il metodo più efficace per diagnosticare osteopenia e osteoporosi è l’esame della densitometria ossea (MOC). Tramite la tecnica DEXA, ossia a doppio raggio X, vengono rilevati i due parametri di riferimento che sono la massa ossea e la densità minerale ossea; questi vengono poi interpretati attraverso il T-score, il quale con valori compresi tra -1 e -2,5 porta alla diagnosi di osteopenia, mentre con valori inferiori a -2,5 si parla invece di osteoporosi. Si tratta di un esame che viene consigliato anche ai soggetti celiaci, in quanto predisposti allo sviluppo della patologia.

Potete contattare il Centro Politerapico di Monza per maggiori informazioni.

Cos’è lo strabismo e come curarlo

Cos'è lo strabismo e come curarlo | Centro Politerapico Polidiagnostico Monza

Cos’è lo strabismo

Lo strabismo è un disturbo oculistico con deviazione degli assi visivi causata da un malfunzionamento dei muscoli oculari estrinseci, responsabili della mobilità del bulbo oculare.

A causa di questo disturbo lo strabico non riesce a vedere tridimensionalmente, ma vede con un occhio solo. Questa patologia inoltre è spesso collegata ad altre problematiche conseguenti come mal di testa, visione doppia, torcicollo o altre posizioni anomale del capo. Anche la componente psicologica di questa patologia va considerata in quanto lo strabismo si configura anche come importante problema estetico.

Esistono diversi tipi di strabismo:

  • Convergente: occhio deviato verso l’interno
  • Divergente: occhio deviato verso l’esterno
  • Verticale: occhio deviato verso l’alto o il basso.

Il lavoro del medico consiste nel correggere queste deviazioni ripristinando il corretto funzionamento dei muscoli oculari.

Diagnosi e prevenzione

Lo strabismo può essere identificato già durante le prime visite pediatriche o addirittura alla nascita (può infatti essere anche ereditario), ma può anche svilupparsi successivamente a causa di traumi, forti stress o febbri alte. E’ stato dimostrato che per evitare danni permanenti è importante diagnosticare lo strabismo entro i tre annidi età, per questo è importante effettuare controlli sin dai primi anni di vita del bambino.

Esistono infatti alcuni difetti visivi che se non trattati possono portare a questa condizione, tra questi troviamo l’ambliopia, comunemente chiamata “occhio pigro” che impedisce la normale collaborazione tra i due occhi, generando di solito uno strabismo divergente, o anche l’ipermetropia che invece può determinare una tipologia convergente.

Le cure

Fortunatamente la maggior parte dei casi di strabismo è migliorabile o totalmente correggibile.

A seconda della specificità o della gravità dello strabismo è possibile adottare diverse soluzioni, ad esempio i casi refrattivi possono essere corretti con gli occhiali, altri necessitano dell’occlusione di un occhio tramite uno speciale cerotto o la pratica di esercizi ortottici, altri ancora migliorano notevolmente se trattati con tossina botulinica, mentre per i casi più gravi è necessario intervenire chirurgicamente.

In generale le tecniche oggi utilizzate sono molto meno invasive rispetto al passato e anche nel caso di intervento la ferita si rimargina in pochi giorni e anche il rossore sparisce in breve tempo.

Volete prenotare una visita oculistica o maggiori informazioni? Contattate ora il Centro Politerapico di Monza!