Perché scegliere la psicoterapia per superare un evento traumatico

Perché scegliere la psicoterapia per superare un evento traumatico | Centro Politerapico Polidiagnostico Monza

Affrontare un evento traumatico può essere un’esperienza devastante e travolgente per molte persone. Che si tratti di un incidente, una perdita improvvisa, un abuso o qualsiasi altro accadimento, le conseguenze possono essere profonde e durature. In questi momenti difficili, la psicoterapia emerge come un potente strumento per affrontare e superare le ferite emotive.

 

Supporto esperto

Affrontare un evento traumatico può far sentire le persone sole e vulnerabili. La psicoterapia offre un ambiente sicuro e non giudicante dove i pazienti possono esplorare i loro pensieri, sentimenti e reazioni legate all’evento traumatico. I terapeuti esperti forniscono un supporto compassionevole, aiutando i pazienti a comprendere e affrontare le loro esperienze in un contesto sicuro.

 

Processo di guarigione strutturato

La psicoterapia fornisce un processo strutturato per affrontare il trauma e promuovere la guarigione emotiva. Attraverso tecniche come la terapia cognitivo-comportamentale, l’EMDR (Eye Movement Desensitization and Reprocessing) e la terapia centrata sul trauma, i pazienti imparano a identificare e modificare i pensieri distorti e le reazioni negative legate all’evento traumatico. Questo processo aiuta a ridurre i sintomi di ansia, depressione e disturbo da stress post-traumatico (PTSD).

Durante il processo terapeutico, i pazienti imparano a sviluppare e utilizzare risorse interne ed esterne per affrontare il trauma e le sfide della vita. Queste risorse possono includere strategie di coping efficaci, un forte sistema di supporto sociale e una maggiore consapevolezza emotiva. 

 

Risoluzione dei traumi passati

La psicoterapia non si limita a trattare l’evento traumatico attuale, ma può anche aiutare a esplorare e risolvere traumi passati che potrebbero contribuire alla reazione attuale del paziente. Spesso, gli eventi traumatici passati possono influenzare la nostra capacità di affrontare le sfide attuali. Lavorare su questi traumi passati può portare a una maggiore comprensione di sé e alla riduzione del carico emotivo complessivo.

Uno degli obiettivi principali della psicoterapia è infatti quello di migliorare la qualità della vita dei pazienti. Superare un evento traumatico può liberare una persona dal peso emotivo che ha ostacolato il loro benessere emotivo e relazionale, offrendo quindi la possibilità di sperimentare una maggiore soddisfazione nella vita, relazioni più appaganti e una maggiore capacità di affrontare le sfide quotidiane.

 

Percorsi psicoterapici

Il Centro Politerapico Polidiagnostico di Monza dispone di un’equipe di consulenti in grado di seguirvi in un percorso completo di psicoterapia, in grado di offrire tutto l’aiuto necessario per il superamento di eventi traumatici o per ogni altra esigenza.

 

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Giornata Mondiale della Salute Mentale: il disturbo depressivo maggiore

Giornata Mondiale della Salute Mentale: il disturbo depressivo maggiore | Centro Politerapico Polidiagnostico Monza

Il 10 ottobre di ogni anno, il mondo celebra la Giornata Mondiale della Salute Mentale, un’occasione cruciale per riflettere sulla complessità dei disturbi mentali, spesso invisibili e ammantati di stigmatizzazione.

In un’epoca in cui la consapevolezza della salute mentale è in crescita, ciò che persiste è la sfida nell’individuare e affrontare tali disturbi in modo adeguato. La giornata non solo ci offre l’opportunità di sensibilizzare il pubblico verso la tematica, ma ci invita anche a esplorare il difficile equilibrio tra la crescente comprensione della gravità di queste patologie e la persistente sfida di superare il pregiudizio sociale che le avvolge.

In questo contesto, la condizione più diffusa e trattata risulta essere il disturbo depressivo maggiore, ampliatasi ulteriormente nel recente periodo pandemico.

Vedi anche: Psicoterapia: quando è necessario iniziare un percorso di supporto?

 

Ansia e depressione: statistiche in Italia dal 2017

L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ha definito la depressione come “il male del secolo”, una patologia in costante crescita associata ai sintomi ansiosi. Questi disturbi prosperano nella società moderna, alimentati da rapidi cambiamenti e pressioni sociali. La sola consapevolezza della loro gravità tuttavia è spesso insufficiente, a fronte delle molte persone che ricevono diagnosi e trattamenti in ritardo e in modo inadeguato.

Nel 2017, il disturbo depressivo maggiore è emerso come il disturbo mentale più diffuso in Italia, coinvolgendo 2,8 milioni di persone, con un aumento percentuale correlato all’età. L’ansia cronica grave colpisce prevalentemente gli adulti, con un incremento dal 5,8% tra i 35-64 anni al 14,9% dopo i 65 anni. Le donne sono più colpite degli uomini, con una gravità crescente oltre i 65 anni.

 

Disturbo depressivo maggiore: fattori di rischio

Gli studi sottolineano che i disoccupati, la popolazione a basso livello d’istruzione, i giovani e le donne sono particolarmente a rischio. L’ansia e la depressione sono più frequenti tra gli individui con svantaggio sociale ed economico, mentre i non lavoratori mostrano un’incidenza maggiore, soprattutto nella fascia d’età 35-64.

 

Impatto della pandemia e del lockdown

Uno studio del 2021 condotto da esperti di sanità pubblica e psichiatri offre uno sguardo sulla situazione post-pandemia. Oltre il 40% degli italiani ha segnalato un peggioramento dei sintomi ansiosi e depressivi durante il lockdown, con un impatto significativo sulla qualità della vita e disturbi del sonno in oltre il 30% dei partecipanti.

La Società Italiana di Neuropsicofarmacologia ha inoltre evidenziato che la metà degli italiani colpiti dal virus sviluppa disturbi psichiatrici. Il 42% di questi riguarda ansia o insonnia, mentre il 32% si trova a combattere contro un disturbo depressivo maggiore, con un’incidenza fino a cinque volte più alta rispetto alla popolazione generale.

A tutto ciò ha contribuito anche la crisi economica e lavorativa derivante dalla pandemia. Il rischio di depressione raddoppia per chi guadagna meno di 15.000 euro all’anno e triplica per chi è disoccupato. Le donne sono particolarmente vulnerabili, con un aumento significativo nei sintomi depressivi e disturbi del sonno.

Visita psicologica

In occasione quindi della Giornata Mondiale della Salute Mentale è vitale richiamare all’attenzione la necessità di affrontare in modo adeguato la crescente epidemia di disturbi mentali, migliorando la consapevolezza, riducendo il tabù associato alla salute mentale e garantendo l’accesso tempestivo a diagnosi e trattamenti efficaci per tutti.

E la consapevolezza passa anche e soprattutto da un consulto psicologico con figure professionali.

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Psicoterapia: quando è necessario iniziare un percorso di supporto?

Psicoterapia: quando è necessario iniziare un percorso di supporto? | Centro Politerapico Polidiagnostico Monza

La psicoterapia è un percorso che può offrire supporto e sollievo in momenti di significative difficoltà emotive e psicologiche che interferiscono con la qualità della vita. Riconoscere i segnali e le situazioni che indicano la necessità di intraprendere un percorso di psicoterapia è quindi il primo passo verso il benessere mentale, e verso lo sviluppo di una maggiore consapevolezza di sé e delle proprie risorse per affrontare le difficoltà.

Di seguito vediamo quali sono le situazioni che dovrebbero portare a considerare seriamente l’inizio di un percorso con uno psicoterapeuta del Centro Politerapico Polidiagnostico di Monza.

 

Ansia e depressione

Se si sperimentano sintomi di ansia o depressione che persistono per un lungo periodo di tempo e interferiscono significativamente con la vita quotidiana, potrebbe essere il momento di considerare la psicoterapia. Sentirsi costantemente sopraffatti, tristi, senza speranza o affrontare attacchi di panico può indicare la necessità di un intervento professionale.

 

Difficoltà nelle relazioni interpersonali

Quando si ha difficoltà a stabilire o mantenere relazioni significative, sia a livello personale che lavorativo,  seguire una terapia psicologica può aiutare a identificare i modelli di comportamento dannosi, a migliorare le proprie abilità comunicative e a sviluppare relazioni più sane e soddisfacenti.

 

Traumi ed eventi stressanti

Per chi ha vissuto un trauma o ha affrontato eventi stressanti come la perdita di una persona cara, un incidente o un abuso, la psicoterapia può essere un’opzione preziosa per elaborare il dolore, ridurre i sintomi post-traumatici e promuovere il processo di guarigione.

 

Problemi legati all’autostima e all’identità

Sentirsi insicuri, avere una bassa autostima o lottare con l’accettazione di sé sono segnali importanti per considerare la psicoterapia. Uno psicoterapeuta può aiutare a esplorare pensieri e sentimenti negativi rivolti verso se stessi, e a sviluppare una maggiore consapevolezza e fiducia nella propria persona.

 

Dipendenze e comportamenti compulsivi

La psicoterapia è inoltre indicata per chi si trova a lottare abusi di sostanze, dipendenze da gioco d’azzardo o altre forme di comportamento compulsivo. Uno psicoterapeuta specializzato nel trattamento delle dipendenze può aiutare ad affrontare le cause sottostanti dei comportamenti distruttivi e a sviluppare strategie per superarli, favorendo il processo di recupero.

 

Dolore psicosomatico

Vi sono poi i casi in cui la psicoterapia può giocare un ruolo significativo nel trattamento di dolori che hanno origine psicosomatica. Analogamente ad altre terapie non farmacologiche, può infatti contribuire al recupero di un maggiore benessere fisico, in questo caso attraverso l’esplorazione dei legami con la componente emotiva, la risoluzione di traumi e conflitti interiori, la gestione dello stress e l’apprendimento di tecniche di rilassamento e respirazione.

 

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Perché è necessario includere terapie non farmacologiche per la cura del dolore

Perché è necessario includere terapie non farmacologiche per la cura del dolore | Centro Politerapico Polidiagnostico Monza

Essendo la terapia del dolore un processo finalizzato alla conservazione della salute e del benessere generale, la sua efficacia è correlata a una serie di fattori, pertanto deve sempre essere intrapresa non percorrendo una singola strada, ma in un più completo approccio multidisciplinare; pertanto le terapie non farmacologiche per la cura del dolore sono, affianco ad accorgimenti di carattere correttivo nelle abitudini e nello stile di vita, e alla somministrazione di medicinali quando necessario, un aiuto essenziale per la guarigione e la prevenzione dei sintomi dolorosi. Molti di questi approcci consentono infatti di stimolare positivamente l’organismo in modi differenti dalle tecniche primarie, apportando un contributo essenziale al paziente.

Di seguito andremo a vedere alcuni dei trattamenti più efficaci in tal senso.

Mesoterapia omeopatica antalgica

Questa terapia è finalizzata per la cura del dolore, e prevede l’utilizzo di medicinali, che essendo però di natura omeopatica non vanno a contrastare l’azione dei farmaci tradizionali. Nella mesoterapia i farmaci vengono somministrati tramite inoculazione intradermica utilizzando i cosiddetti aghi di Lebel, che hanno lunghezze comprese tra i 4,6 e i 12 mm e diametri di 0,4 mm. L’iniezione a seconda dei casi viene effettuata tramite singoli iniettori con cicli dalle 10 alle 15 sedute a cadenza settimanale e della durata di 15 minuti.

Agopuntura per la cura del dolore

L’agopuntura è una tecnica di medicina tradizionale cinese che consiste nell’applicazione di aghi molto sottili sul corpo allo scopo di lenire il dolore. Gli aghi vengono infilati in zone precise dette punti sui meridiani, stimolando il sistema nervoso nel rilascio di sostanze quali endorfina e serotonina, utili per il dolore e per il miglioramento dell’umore. L’agopuntura può essere applicata per disturbi quali mal di testa, dolori articolari, dolori correlati alla colonna vertebrale, malattie gastrointestinali e varie lesioni. Si tratta di un intervento indolore, le cui sedute durano dai 30 ai 45 minuti.

Terapie non farmacologiche: la ossigeno-ozonoterapia

Questo trattamento combina i benefici combinati dell’ossigeno e dell’ozono, sostanze già presenti all’interno del nostro organismo, per incrementare la risposta immunitaria e ridurre conseguentemente i sintomi dolorosi. Il potere antiossidante dell’ozono contrasta infatti i batteri e tutti gli agenti responsabili di infezioni e infiammazioni. L’ossigeno-ozonoterapia è una tecnica di grande impiego anche per l’ernia discale, e prevede dalle 6 alle 10 sedute per un tempo massimo di 10 minuti.

Per approfondire: Che cos’è l’ozonoterapia e quali benefici apporta in fisioterapia

Mindfulness – Protocollo MBSR

La mindfulness è una pratica che deriva da tecniche di meditazione con millenni di storia, e ha come scopo quello di accompagnare le persone in un percorso che consenta una migliore gestione dello stress quotidiano, quindi di migliorare la salute fisica e mentale, come dimostrato da numerose ricerche scientifiche. Il corso più comune di mindfulness è denominato Mindfulness-Based Stress Reduction (MBSR), un programma di otto settimane che integra pratiche ed altri esercizi eseguiti in gruppo. 

Per approfondire: Che cos’è la mindfulness e come può aiutare con lo stress cronico

Esistono in sostanza molte terapie non farmacologiche per la cura del dolore che possono aiutare un paziente nel raggiungimento di un migliore stato di benessere. Per maggiori informazioni potete contattare il Centro Politerapico di Monza.

Che cos’è la mindfulness e come può aiutare con lo stress cronico?

Che cos’è la mindfulness e come può aiutare con lo stress cronico? | Centro Politerapico Polidiagnostico Monza

Gli esseri umani hanno praticato la meditazione per migliaia di anni, perlopiù connessa ad approcci spirituali, di diversa natura. Negli anni più recenti, la mindfulness, una pratica che deriva direttamente dalle tecniche di meditazione praticate da millenni, è diventata sempre più diffusa e conosciuta come una “tecnica” per aiutare le persone a gestire meglio lo stress quotidiano e migliorare il benessere in senso globale. Moltissime ricerche ne dimostrano l’effettiva efficacia, evidenziandone la capacità di modificare il nostro cervello e la nostra biologia in modo positivo, migliorando la salute sia fisica sia mentale.

La meditazione può essere definita in tanti modi diversi. Un modo semplice di descriverla è di concettualizzarla come un allenamento per l’attenzione, che ci invita di continuo a tornare a ciò che è presente in questo momento. Tipicamente, richiede di rivolgere la consapevolezza al respiro, al corpo e alle sensazioni fisiche, alla tonalità emotiva che le accompagna, e ai pensieri. Questo processo attentivo viene svolto in un modo particolare, cioè portando un’attenzione “calda”, intrisa di gentilezza e assenza di giudizio per quanto sta accadendo. Uno dei possibili effetti di questo allenamento è di poter imparare a rispondere anziché reagire a ciò che sentiamo e pensiamo, e a quello che avviene nelle interazioni quotidiane con le altre persone. In questo modo, con il tempo e l’esercizio, è possibile accorgersi dei nostri “piloti automatici”, quegli schemi abituali in cui continuamente ricadiamo, spesso con effetti nefasti per la nostra salute o il nostro benessere.
Negli anni sono stati sviluppati diversi corsi che introducono alla mindfulness, il più comune è l’MBSR, ovvero Mindfulness-Based Stress Reduction, un programma di 8 settimane in cui vengono gradualmente introdotte e praticati in gruppo diverse pratiche di mindfulness, insieme ad altri esercizi.

Mindfulness contro stress e stress cronico

Vedi anche: Perché è necessario includere terapie non farmacologiche per la cura del dolore

Sin dagli albori dell’evoluzione dell’essere umano, saper mantenere uno stato di allerta è stato fondamentale per sopravvivere in un mondo denso di pericoli e di predatori. Evolutivamente si ritiene che gli individui la cui risposta allo stress si è rivelata più adatta alla sopravvivenza siano quelli che hanno trasmesso il proprio patrimonio genetico ai posteri, tramandando così un meccanismo predisposto a rispondere attivandosi a qualsiasi minaccia per la sopravvivenza o pericolo. Questo meccanismo, che come specie ci ha permesso di evolvere e di progredire, nel mondo moderno può diventare maladattivo quando siamo esposti a qualcosa che percepiamo come minaccioso o pericoloso, soprattutto se questa esposizione è prolungata nel tempo. In questi casi, infatti, possiamo trovarci a vivere in uno stato di allarme cronico, anche in assenza di stimoli esterni che costituiscano effettivamente una minaccia per la nostra incolumità fisica. È esperienza comune, per esempio, l’ansia che si sperimenta quando si è in attesa di una notizia per noi importante, o quando ci troviamo in situazioni di incertezza a medio/lungo termine, o ancora quando siamo sottoposti a un grosso carico di stress quotidiano. Infatti, a differenza degli uomini primitivi, oggi per noi possono essere minacciosi anche pericoli immateriali, come minacce al nostro senso di identità, al nostro ruolo o posizione sociale, a una relazione intima importante.

Uno studio retrospettivo svolto negli Stati Uniti dal 1998 al 2006 ha dimostrato che livelli più alti di stress nelle persone e la percezione che lo stress inficiasse la propria salute sono associati a peggiori condizioni di salute, sia mentale sia fisica.
Infatti, lo stress nel corpo si manifesta con la produzione di alcuni ormoni cosiddetti stress-correlati che, se presenti nel corpo per lungo tempo e in alte dosi, possono impattare, per esempio, sull’efficienza del sistema immunitario.

Uno studio del 2017 ha dimostrato che la meditazione era in grado di diminuire il livello di diversi indicatori biochimici di infiammazione (cortisolo e proteina c reattiva), la pressione arteriosa e il ritmo cardiaco. Allo stesso tempo, ha dimostrato anche che dopo un percorso di mindfulness aumentava la concentrazione, la serenità percepita e la capacità di tollerare emozioni negative.
Sembra quindi che praticare meditazione, così come proposto nei corsi di mindfulness, sia uno strumento semplice e alla portata di tutti per poter coltivare un modo diverso di stare con le diverse esperienze, anche quelle dolorose o faticose e, in questo modo, poter ridurre i nostri livelli di stress, anche cronico, migliorando il nostro stato di salute.