Giornata Mondiale della Salute Mentale: il disturbo depressivo maggiore
Il 10 ottobre di ogni anno, il mondo celebra la Giornata Mondiale della Salute Mentale, un'occasione cruciale per riflettere sulla complessità dei disturbi mentali, spesso invisibili e ammantati di stigmatizzazione.
In un'epoca in cui la consapevolezza della salute mentale è in crescita, ciò che persiste è la sfida nell'individuare e affrontare tali disturbi in modo adeguato. La giornata non solo ci offre l'opportunità di sensibilizzare il pubblico verso la tematica, ma ci invita anche a esplorare il difficile equilibrio tra la crescente comprensione della gravità di queste patologie e la persistente sfida di superare il pregiudizio sociale che le avvolge.
In questo contesto, la condizione più diffusa e trattata risulta essere il disturbo depressivo maggiore, ampliatasi ulteriormente nel recente periodo pandemico.
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Ansia e depressione: statistiche in Italia dal 2017
L'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ha definito la depressione come "il male del secolo", una patologia in costante crescita associata ai sintomi ansiosi. Questi disturbi prosperano nella società moderna, alimentati da rapidi cambiamenti e pressioni sociali. La sola consapevolezza della loro gravità tuttavia è spesso insufficiente, a fronte delle molte persone che ricevono diagnosi e trattamenti in ritardo e in modo inadeguato.
Nel 2017, il disturbo depressivo maggiore è emerso come il disturbo mentale più diffuso in Italia, coinvolgendo 2,8 milioni di persone, con un aumento percentuale correlato all'età. L'ansia cronica grave colpisce prevalentemente gli adulti, con un incremento dal 5,8% tra i 35-64 anni al 14,9% dopo i 65 anni. Le donne sono più colpite degli uomini, con una gravità crescente oltre i 65 anni.
Disturbo depressivo maggiore: fattori di rischio
Gli studi sottolineano che i disoccupati, la popolazione a basso livello d'istruzione, i giovani e le donne sono particolarmente a rischio. L'ansia e la depressione sono più frequenti tra gli individui con svantaggio sociale ed economico, mentre i non lavoratori mostrano un'incidenza maggiore, soprattutto nella fascia d'età 35-64.
Impatto della pandemia e del lockdown
Uno studio del 2021 condotto da esperti di sanità pubblica e psichiatri offre uno sguardo sulla situazione post-pandemia. Oltre il 40% degli italiani ha segnalato un peggioramento dei sintomi ansiosi e depressivi durante il lockdown, con un impatto significativo sulla qualità della vita e disturbi del sonno in oltre il 30% dei partecipanti.
La Società Italiana di Neuropsicofarmacologia ha inoltre evidenziato che la metà degli italiani colpiti dal virus sviluppa disturbi psichiatrici. Il 42% di questi riguarda ansia o insonnia, mentre il 32% si trova a combattere contro un disturbo depressivo maggiore, con un'incidenza fino a cinque volte più alta rispetto alla popolazione generale.
A tutto ciò ha contribuito anche la crisi economica e lavorativa derivante dalla pandemia. Il rischio di depressione raddoppia per chi guadagna meno di 15.000 euro all'anno e triplica per chi è disoccupato. Le donne sono particolarmente vulnerabili, con un aumento significativo nei sintomi depressivi e disturbi del sonno.
Visita psicologica
In occasione quindi della Giornata Mondiale della Salute Mentale è vitale richiamare all’attenzione la necessità di affrontare in modo adeguato la crescente epidemia di disturbi mentali, migliorando la consapevolezza, riducendo il tabù associato alla salute mentale e garantendo l'accesso tempestivo a diagnosi e trattamenti efficaci per tutti.
E la consapevolezza passa anche e soprattutto da un consulto psicologico con figure professionali.
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