
Noduli tiroidei: quando preoccuparsi e cosa mostra l’ecografia
Scoprire di avere un nodulo tiroideo durante un’ecografia può generare ansia e tante domande. In questo articolo approfondiremo cosa significa davvero avere un nodulo tiroideo, quando è il caso di indagare più a fondo e come l’ecografia aiuta a valutare i rischi.
Cosa sono i noduli tiroidei
I noduli tiroidei sono formazioni anomale di cellule che si sviluppano nella ghiandola tiroidea. Possono essere singoli o multipli, solidi, cistici o misti (cioè con una componente liquida e una solida). Sono molto frequenti: si stima che oltre il 50% delle persone sopra i 50 anni possa avere almeno un nodulo, spesso senza sintomi evidenti.
Quando si scoprono?
Spesso i noduli tiroidei vengono individuati casualmente durante un’ecografia fatta per altri motivi, oppure durante un controllo specifico. A volte, i noduli si manifestano con sintomi come:
- gonfiore o rigonfiamento visibile o palpabile al collo;
- raucedine persistente;
- difficoltà a deglutire o senso di fastidio;
- sintomi da squilibri ormonali, se il nodulo produce ormoni.
In generale però, nella maggior parte dei casi i noduli sono asintomatici.
L’importanza dell’ecografia tiroidea
L’ecografia è il primo e fondamentale esame per valutare i noduli tiroidei. Questo strumento consente di:
- visualizzare le dimensioni, la forma e il numero di noduli presenti;
- capire se un nodulo è solido, liquido o misto;
- analizzare i bordi del nodulo, la presenza di calcificazioni e la vascolarizzazione (flusso di sangue).
L’ecografia permette inoltre di classificare i noduli secondo il sistema TI-RADS, che assegna un punteggio da 1 a 5 in base al rischio di malignità, aiutando così a decidere se è necessario procedere con ulteriori accertamenti.
Cosa significa TI-RADS?
- TI-RADS 1-2: noduli benigni, nessun controllo invasivo richiesto.
- TI-RADS 3: noduli a rischio basso o intermedio, si valuta l’agoaspirato in base a dimensioni e sintomi.
- TI-RADS 4-5: noduli sospetti o altamente sospetti, generalmente indicata l’agoaspirato.
Quando preoccuparsi?
Anche se la maggior parte dei noduli tiroidei è benigna, ci sono alcune caratteristiche che aumentano il sospetto di tumore:
- nodulo solido con margini irregolari o sfumati;
- presenza di piccole calcificazioni (microcalcificazioni);
- crescita rapida del nodulo in tempi brevi;
- presenza di linfonodi ingrossati nel collo (linfoadenopatie);
- storia familiare di tumori tiroidei o radiazioni al collo.
In questi casi, l’ecografia permette di indirizzare il paziente verso un approfondimento diagnostico.
Cosa succede dopo l’ecografia?
Se l’ecografia rileva un nodulo con caratteristiche sospette (generalmente TI-RADS ≥ 3) e con dimensioni superiori a 1 cm, il passo successivo è solitamente un agoaspirato tiroideo (FNAB), una procedura minimamente invasiva che preleva alcune cellule dal nodulo per l’esame citologico.
Se il nodulo risulta benigno, si consiglia un follow-up con ecografia periodica (di solito ogni 6-12 mesi) per monitorarne l’evoluzione.
In caso di risultati dubbi o sospetti, il medico specialista endocrinologo valuterà il percorso migliore, che può includere ulteriori esami, trattamenti o intervento chirurgico.
La scoperta di un nodulo tiroideo può sembrare allarmante, ma nella maggior parte dei casi si tratta di formazioni benigne e gestibili. L’ecografia tiroidea è lo strumento chiave per orientare la diagnosi e decidere il percorso più sicuro per il paziente.
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